È incredibile come Il piccolo principe mi sia entrato nel cuore. Non è stato un libro che ho divorato con la velocità con cui, nell'adolescenza, lessi I Gialli Mondadori. Non è stato come la lettura lenta e impegnata con cui cercai di addentrarmi negli intricati problemi psicologici de I Fratelli Karamazov. Il personaggio del Piccolo Principe mi arrivò come una ventata d'aria fresca e profumata che mi ossigenò il cuore. L'autore aveva espresso nel migliore dei modi pensieri, ricordi, sogni e sentimenti che appartenevano anche a me...
Vorrei scrivere in bella calligrafia tutte le frasi del libro che mi hanno colpito di più. Poi le incornicerei e, in ordine sparso, le appenderei a una parete... Dopo dipingerei tanti acquerelli copiando le illustrazioni eseguite da Saint Exupéry facendo altrettanti piccoli quadri. Questi li collocherei nella parete di fronte, come dirimpettai delle frasi incorniciate. Ma questo io l'ho già messo in opera da tempo, nel mio cuore, con la fantasia.
È come se la terza età avesse rinverdito ed accentuate alcune infantili fantasie... Non ho bisogno di inventarle, sono qui dentro da sempre.
"Solo i bambini sanno quello che cercano". disse il Piccolo Principe "perdono tempo per una bambola di pezza, e lei diventa così importante che, se gli viene tolta, piangono..."
Vorrei mi fosse concesso il tempo, almeno ancora per qualche anno, di guardare con il cuore... per fare entrare le cose semplici della vita: l'importanza di un' amicizia, la bellezza di un tramonto, la dolcezza di una storia ... come quella del Piccolo Principe.
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* laboratorio di scrittura autobiografica pensato e condotto dal nostro esperto Ermes Fuzzi
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