lunedì 30 dicembre 2019

AUGURI 2020




 INNANZITUTTO UN AUGURIO CONSUETO MA INDISPENSABILE.     



AUSPICHIAMO PER OGNUNO E PER TUTTI   DI VIVERE  IL NUOVO ANNO IN ARMONIA E  SALUTE .... 

 POI..... 

SPIEGATE LE VELE,  LIBRATEVI  E LASCIATEVI SORPRENDERE DAL MERAVIGLIOSO CHE LA VITA, OGNI GIORNO, CI RISERVA .  


lunedì 16 dicembre 2019

Natale Narda Fattori







Natale 2008



Ecco, si compie il miracolo della Madre,
e il Figlio tremerà nel freddo
per il nostro calore, per la salvezza.
Egli è venuto in silenzio
solo i cieli hanno gridato la luce
e gli animali hanno tremato dentro le ossa.
La Madre sul ciglio del mistero
porge la Creatura al nostro amore:
sarà anche in quest’anno di lutti
speranza di pace , di pacifico stare
sull'orlo dei giorni.



Narda  Fattori 

Natale 2019







RINOMINARE 




In questa mattina , gravata da una nebbia insidiosa e compatta,  il pensiero volge a coloro che  non hanno neppure una capanna  ove rifugiarsi: alle comunità recentemente  terremotate,  ai terremotati   nella persona e nell'anima.
Ora, più che mai è necessario rinominare il Natale , perché questa   festa, la più”comandata”di tutte, torni ad essere la bella ricorrenza di sempre; la festa della salvezza in cui tutto il dolore del mondo venne  riscattato da un Bambino nato in una grotta o in un ovile. Una festa che ci chiede di  ricordare chi siamo stati e da dove siamo venuti,  per  recuperare quell’esser-ci  senza apparenze che, un tempo,  dal Natale   traeva nutrimento per la vita.


l.b

lunedì 2 dicembre 2019

Lessico autobiografico.



LESSICO  AUTOBIOGRAFICO 




“Sulla riva del passato
l’idea di acqua si assesta
con l’idea di terra

Hala Mohammad



Apro la  riflessione con la citazione di Beppe Sebaste “Maestro è colui che indica il cammino del ritorno a sé. Colui che aiuta a tornare a casa”. Le maestre alle quali mi riferisco con profondo  senso di gratitudine sono Donatella Messina e Ludovica Danieli.
Venerdì, nella biblioteca F. Torricelli  di Meldola,  Ludovica e Donatella hanno presentato il libro: “ A SCUOLA DI AUTOBIOGRAFIA”  e, come sempre avviene, quando si parla di scrittura , lettura e memoria,  nella saletta  si è creata una atmosfera addomesticata, familiare che ha permesso ad ognuno di noi di sentirsi a casa. Le relatrici ci hanno indicato l’orizzonte verso il quale  volgere  uno sguardo rinnovato invitandoci ad intraprendere o a continuare, per chi lo avesse già iniziato, il viaggio alla scoperta di sé; un viaggio che  prevede il ritorno a casa nella consapevolezza che la casa in cui si farà ritorno non sarà mai la stessa che  si è lasciata.
Scorro gli appunti e leggo che scrivere è il modo di restare se stessi, rimanere fedeli alla  propria storia con la  capacità  di offrirla ad altri e reciprocamente accogliere ciò che l’altro, con il suo racconto, ci dona. Scrivere è uno dei modi  che ci permette di riflettere su noi  e aprirci agli  altri, di comprenderli e perdonarci in una benevola  e lenitiva reciprocità.  Domenico Starnone  rammentando il padre dice:< “ Scrivere per me  è occuparmi di quella sua sofferta incompiutezza , dell’effetto che essa ha avuto sui figli, su chi lo ha amato, di come quella incompiutezza infelice ha condizionato la mia vita , la mia sensibilità, i miei errori (...) >> Condividere storie significa rompere l’isolamento e scoprire che in ognuno di noi “ c’è lo stesso slabbro di ferite identiche   e la stessa voglia di un “passo largo” in una terra dissodata. La scrittura, seppure conclusa in un preciso momento del presente, rivolge lo sguardo all’indietro e prolunga in avanti la visione, sicché il presente spesso muore per la sua insignificanza e noi accediamo a una seconda nascita.
Ma poi c'è una nuova nascita: è quella che noi ci diamo da noi stessi raccontando la nostra storia. E’ questa la nascita che ricerchiamo e definiamo come una legge misteriosa ma necessaria del nostro essere. E questa la nascita che scopriamo come la nostra vera nuova vita che si forma e si costituisce attraverso l'atto della nostra scrittura.(...)  Dalla scrittura alla lettura il passo è breve e ancora una volta la metafora del viaggio si propone intensamente. Percorrendo gli scritti di Ugo di San Vittore, Ivan Hillich   “ NELLA VIGNA DEL TESTO”  invita il lettore  a lasciare la comunità del villaggio ( i paesaggi  abituali)  per incamminarsi verso orizzonti valoriali e raggiungere mete inedite. La meta ultima di cui parla Ugo non è “ la Città Celeste dei pellegrini col bordone"  ma i pellegrini con la penna che intraprendono un pellegrinaggio attraverso le pagine di un libro. La lettura, la memoria e la sua scrittura diventano momenti formativi acclarati perché scrittura autobiografica non significa, come comunemente si pensa,  abbandono al proprio narcisismo, ma è una scrittura  che chiede  di trovare l’equilibrio fra Narciso ed Eco: né cosi innamorati di noi stessi da non considerare più l’altro , né  così poco attenti a se stessi da dissolversi in  un indefinito altrove.  



l.b.
















sabato 23 novembre 2019

In punta di penna : DANIELI - MESSINA







IN PUNTA DI PENNA


Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali, che non sei solo o isolato. Tu appartieni».
Francis Scott Fitzgerald 


Utilizzando questo spazio per ricordare l’evento previsto per venerdì 29 Novembre  mi propongo con un consiglio di lettura presentando la bibliografia di Annie Erneaux, una delle voci  più autorevoli del panorama culturale francese.
 Con la pubblicazione, nel 1974,  del romanzo autobiografico   “GLI ARMADI VUOTIl’autrice delinea l’ “inclinazione autobiografica”   che caratterizza  tutta  la sua opera. La Erneaux, nelle opere successive, rappresenta specifici avvenimenti o condizioni della sua vita, elementi personali che lei fonde magistralmente con la storia collettiva della nazione e del mondo attribuendo ai romanzi un’intonazione d’universalità .
 Il  tema dal quale si dipana la narrazione autobiografica è il tormento dettato dall'appartenere   a una  famiglia di umili origini; un divario che  lei supera, grazie all'istruzione.
Era normale provare vergogna, come se si trattasse di una conseguenza insita nel mestiere dei miei genitori, nelle loro difficoltà economiche, nel loro passato da operai, nel nostro modo di essere.”[1]
L’incrinatura nel rapporto con le sue origini e i genitori è descritta in ogni libro  con un  linguaggio semplice, chiaro ed efficace, una leggerezza grazie alla quale Annie Ernaux, ci  conduce all'interno del laboratorio di scrittura che ha dato vita alle sue produzioni letterarie. Con la scrittura   ho riportatoalla luce l’eredità che, quando sono entrata nel mondo borghese e colto, avevo dovuto posare sulla soglia. Scrivere libri per me è il tentativo di andare in fondo per trovare qualcosa”.
Il link  sottostante rimanda alla pagina web delle edizioni “L’ORMA “, la  casa editrice che pubblica e ristampa tutte le opere di Annie Erneaux, magistralmente tradotte da Lorenzo Flabbi. .
Della stessa autrice L’orma editore ha pubblicato:


  • *    Il posto
  • *    Gli anni, vincitore del Premio Strega Europeo 2016, 
  • *    L’altra figlia 
  • *    Memoria di ragazza.
  • *    Una donna
  • *    La vergogna
  • *    L’evento ( pubblicato Novembre 2019)

  • *    Gli armadi vuoti”, il romanzo d’esordio, è stato pubblicato da Rizzoli .

Loretta BUDA 




[1] Annie  Erneaux .Gli armadi vuoti








sabato 19 ottobre 2019

Una farfalla con le stampelle. Correre nel silenzio

 La presentazione di Clara ha coinvolto un pubblico estremamente attento e partecipe. Le sue parole hanno toccato corde che raramente sentiamo vibrare. Le riflessioni scaturite dai diversi interventi sono state accolte e restituite dall'autrice con attenzione e delicatezza permettendo a ciascuno di riconoscersi nelle sue parole. I numerosi richiami all'arte, alla filosofia e alla letteratura sono serviti a collocare le vicende autobiografiche su uno sfondo ampio e ricco. Una farfalla con le stampelle si è tramutata in una donna con le ali che ha saputo davvero volare sulle difficoltà e sulle fragilità imposte da un destino, come lei stessa lo ha definito, che non ne ha limitato la libertà. 




mercoledì 16 ottobre 2019

Venerdì 18 ottobre, Una farfalla con le stampelle


Venerdì 18 ottobre alle 16,30 presso la nuova biblioteca comunale Francesco Torricelli di Meldola, l’A.P.S “parolefatteamano” presenta il libro di Clara Piacentini Una farfalla con le stampelle, correre nel silenzio edizione Mimesis. L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Meldola e si inserisce nel ciclo di incontri denominato “In punta di penna” che ha già visto la presenza di numerosi autori, tra cui il filosofo milanese Duccio Demetrio, che si occupano di scrittura e cultura autobiografica. Clara Piacentini è stata docente di Lettere a Milano e, successivamente alla caduta del muro di Berlino, a Sofia in Bulgaria. Ha proseguito il proprio lavoro, alle dipendenze del Ministero degli Affari esteri, ad Addis Abeba in Etiopia. Quest’ultima esperienza ha segnato profondamente il suo sguardo sulla vita e, una volta rientrata in Italia, si è diplomata presso la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari. Il libro indaga la dimensione del silenzio, dei tanti “non detto”che hanno caratterizzato la sua vita segnata da una disabilità. Una caratteristica che non ha costituito un limite alle sue scelte esistenziali e professionali, ma che ha trasformato la sua esperienza di vita e di insegnante in una ricerca originale e intensa. Le parole del libro rimandano a una storia di malattia che accompagna l’autrice fin dalla nascita e che portano, tra alcuni passaggi autobiografici, a riflessioni universali che riguardano in generale tutti noi e hanno per tema la fragilità umana. Oltre all’autrice saranno presenti il Sindaco Roberto Cavallucci e l’Assessore alla Cultura Michele Drudi. Modererà l’incontro Ermes Fuzzi fondatore dell’Associazione “parolefatteamano”.

RACCONTARSI Autunno 2019


domenica 13 ottobre 2019

RETE MAGICA Restituzioni ottobre 2019

     




Chiediamo, alle  persone  interessate, di tenere conto della variazione della data indicata   nella locandina.  




martedì 8 ottobre 2019

IN PUNTA DI PENNA con Clara Piacentini


UNA FARFALLA CON LE STAMPELLE


CORRERE NEL SILENZIO 
di Clara Piacentini


«La scrittura lega le parole e gli esseri, gli esseri tramite le parole, il lettore all'autore e i lettori tra loro»
(Marc Augé, Narrazione, viaggio, alterità)
rità ). 

giovedì 12 settembre 2019

IN PUNTA DI PENNA per NELLO FORLIVESI



 ...GRAZIE ....


Grande partecipazione alla presentazione del libro "Diario di guerra del fante Nello Forlivesi" nella nuova biblioteca Francesco Torricelli di Meldola martedì 10 settembre. Tante emozioni hanno coinvolto il pubblico durante la lettura di alcuni stralci del diario.

Un grazie a Carmen stimatissima bibliotecaria, all'Amministrazione Comunale di Meldola rappresentata dall'Ass. alla Cultura Michele Drudi e dal Sindaco Roberto Cavallucci. 

Grazie a Mario Proli che ha saputo introdurre con passione e conoscenza i tragici fatti di Cefalonia a cui scampò il Forlivesi. 

Grazie ad Alessandro Cogoli che ha curato l'edizione per Diogene Book. 

Grazie a Forlivesi Viviana e a Giuseppe Fabbri per aver reso possibile la realizzazione di questo testo che valorizza con amore e fedeltà le parole del diario. 

Grazie a Zoli Anna classe '29 e moglie di Nello Forlivesi in prima fila attenta e partecipe. 

Grazie al foltissimo pubblico intervenuto. Peccato per qualcuno che è dovuto rimanere in piedi. 

Era la prima volta che si presentava un libro nella nuova sede della biblioteca e l'APS PAROLEFATTEAMANO ne è stata la promotrice. Prossimo appuntamento venerdì 18 ottobre ore 16,30 con Clara Piacentini che presenta il suo libro "Una farfalla con le stampelle" edizioni Mimesis. 

Vi aspettiamo numerosi.


martedì 27 agosto 2019

IN PUNTA DI PENNA: DIARIO DI PRIGIONIA



“DIARIO DI PRIGIONIA  DEL FANTE NELLO FORLIVESI ”  

Presentazione del volume : martedì ' 10 Settembre  ore 20.45 

presso la biblioteca comunale " F. Torricelli" di Meldola. 





sabato 17 agosto 2019

Casteldelci, l'invito alla visita prosegue

A volte si arriva negli stessi luoghi, nello stesso momento, per vie differenti. Senza essersi dati appuntamento si è accolti dalle medesime atmosfere.
Le colline del forlivese che da Santa Sofia portano a Bagno di Romagna, le Balze e infine Casteldelci. Meta cercata e voluta sebbene, per alcuni di noi, totalmente nuova. 
I residenti ci avvisano che possiamo raggiungere la casa-museo con un breve tratto a piedi di circa un chilometro. Si dimenticano di dirci che è completamente in salita, che il "chilometro" si allunga come un elastico e che sotto il sole cocente del primo pomeriggio la cima ...pare un miraggio. Sicuramente il pranzo è metabolizzato velocemente e quanto ci attende vale il percorso intrapreso.
Aggiungiamo al suggestivo invito di Loretta un breve filmato per stuzzicare ulteriormente a raggiungere questo piccolo borgo capace di dare vita a una casa-museo che è una mnemoteca ricca di memoria, di voci, di fonti...

mercoledì 14 agosto 2019

AGOSTO..." non di solo mare....." Loretta Buda





AGOSTO: “non di solo mare....”



Loretta Buda 



"C'è un silenzio che dura
sulle piante e sui colli.
Ci sono acque e campagne...
E' una terra che attende
e non dice parola."
.....
..Cesare Pavese








E’domenica mattina. Io e mio marito,  volgendo le spalle al litorale, che immaginiamo  brulicante di turisti,  ci dirigiamo verso il Montefeltro persuasi che ci offrirà uno scenario suggestivo e ricco di opportunità   culturali. Attraversiamo il “mondo” di Tonino Guerra   in un susseguirsi  di campi coltivati, boschi,pascoli, pievi e palazzi; suggestioni che scorrono lungo quel fiume[1]  che guidò Rico e Zaira  verso il mare [2] .
Come meta, optiamo per Casteldelci. Una scelta casuale che ci regala un itinerario che si snoda  in un incantevole paesaggio collinare/montuoso costellato da rocche  e borghi che   ispirarono , sempre a Tonino Guerra, il libro delle chiese abbandonate[3].
Affiancati da  un Marecchia sassoso e assetato arriviamo nella valle del Senatello dove , alzando lo sguardo verso un cielo dall'azzurro sfrontato, vediamo, abbarbicato su uno  sperone roccioso,  Casteldelci.
Scopriamo che è un  comune con quattrocento abitanti che vanta un minuscolo centro storico, due vie , una chiesa e un Ufficio Turistico.
All'Ufficio Turistico   ci informano che un’antica abitazione , posta al centro del paese, ospita la Casa – Museo  dove, alla sezione archeologica, sono state affiancate nuove sezioni dedicate alla storia recente  di quel territorio posto a confine con tre regioni (Marche , Toscana e  Romagna).  Nelle  stanze della casa  viene  custodita e rappresentata la memoria della vita nella vallata prima e durante la II guerra con particolare attenzione agli eccidi che l’ hanno insanguinata nella Primavera/Estate del 1944.
Varchiamo il portone contraddistinto dal numero civico 16/a , nell'ingresso, arredato con la stessa cura di un’abitazione privata , non troviamo la consueta biglietteria. Non appare nessuno, ma sentiamo  voci indistinte che salgono dal basso. Ignorando i rimbrotti di mio marito, scendo una ripida e stretta scala di pietra che si conclude  in una grande cucina perfettamente ammobiliata dove spicca un grande focolare
Le voci si fanno più chiare , ma la stanza è vuota; nonostante mi renda conto che il vocio che si diffonde nell'ambiente non appartiene  a persone fisicamente presenti , mi affaccio alla finestra per un’ulteriore verifica, ma la strada è deserta e l’acciottolato rimanda un calore implacabile. Mi lascio trasportare dalle voci e dai suoni  che si aggiungono al conversare femminile. Sono rumori domestici : l’acciottolio di piatti che vengono lavati , lo scroscio dell’acqua versata dal secchio, il martellare ritmato del mattarello sul tagliere. Mi avvicino agli armadi aperti e accanto a foto e oggetti  leggo   la storia delle cose esposte  e delle persone raffigurate. Sono sorpresa ed emozionata  e per comprendere la magia che sprigiona   quel luogo devo risalire in cima alle scale e   "rileggere" tutto da capo






v "Nella primavera del 1944 il piccolo paese di Fragheto, sull’Appennino Tosco-Romagnolo, fu travolto da un’ondata di terrore. Durante la strage nazi-fascista del 7 aprile furono trucidati quasi tutti i civili della borgata e il fuoco bruciò le case, mandando in fiamme coperte, mobili, ricordi.

v  Si è voluto  creare uno spazio concepito in maniera innovativa, capace di documentare e allo stesso tempo di trasmettere emozioni non passeggere, un percorso nella vita e nella memoria della vallata, prima e dopo il secondo conflitto mondiale.

v  Il Museo è molto poco tecnologico: si basa su suggestioni semplici basate sul contrasto luce/ombra, silenzio/voci, pieni/vuoti, pochi oggetti evocativi. Al contrario di ciò che viene richiesto in molti musei, l’invito rivolto al visitatore è quello di toccare, aprire i cassetti, scoprire le fonti del suono, leggere i documenti, con l’unica regola di trattare con rispetto i materiali e riporre tutto con cura.  I curatori hanno  cercato di utilizzare i documenti, le fotografie, i suoni, le voci, dando una “forma” ispirata allo “stile” poetico ed artistico della compagnia teatrale ALCANTARA, che da sempre parla ad un pubblico traversale, senza distinzioni di età."

http://www.lavalmarecchia.it/visita/casteldelci/casa-museo.html



Un invito a scoprire le storie di vita racchiuse nei cassetti .









In un armadio a muro   sono stati disposti e sono consultabili documenti riguardanti le formazioni partigiane che operavano in zona, i reparti tedeschi responsabili delle stragi, unitamente alle milizie fasciste fiancheggiatrici. 


 All'interno degli armadi a muro e nelle nicchie si possono trovare documenti d’epoca in fotocopia, fotografie, lettere dal “fronte”, pagelle scolastiche, tessere annonarie, tutti materiali da leggere e consultare. Ed altre informazioni sono fornite da apparecchi telefonici e congegni acustici che si attivano sollevandoli.



Sui muri delle due stanze superiori disegni e graffiti mappano i luoghi degli eccidi. Un angolo con panche, sedie e tavolino induce a sostare per riflettere sull'esperienza vissuta all'interno del museo.


Sebbene le “ cose” da dire e gli argomenti da approfondire siano ancora tanti preferisco concludere  la mia descrizione con un invito al viaggio e   una citazione   Pier Paolo Pasolini.   


"Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell'oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com'è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese è speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale."

Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, 1975







  1.  Marecchia
  2.  Tonino Guerra, "E' viaz", Maggioli editore , Rimini 2003
  3. Tonino Guerra “Il libro delle chiese abbandonate” Maggioli editore , Rimini 2005


mercoledì 19 giugno 2019

SCRIVERE FA BENE ALLA VITA...ma bisogna pur mangiare 2019


13 giugno 2019 




«Non ci invitiamo l’un l’altro per mangiare e bere semplicemente, ma per 

mangiare e bere insieme» Plutarco 







Il  cibo come piacere condiviso,