martedì 27 novembre 2018

SUGGESTIONI D'AUTUNNO

Sei bella -dico alla vita-
è impensabile più rigoglio
[..]
Da centomila anni almeno
sorridendo ti corteggio.

Tiro la vita per una foglia:
si è fermata? Se n'è accorta?
si è scordata dove corre,
almeno per una volta?
[W. Szymborska]


Questo fine settimana eravamo alla mostra del libro organizzata dall'IC di San Pietro in Vincoli (Ra) con un laboratorio di scrittura autobiografica dedicato alla natura.

sabato 24 novembre 2018

Non è normale che sia normale



“Non è normale  che sia normale”. 


Si toccò la faccia.
«No, questa è roba vecchia».
«Allora?».
«E l'umiliazione».
«E tu?».
«Faccio quello che vuole lui».
(...)Fece una smorfia di disagio, diventò seria. Attaccò a parlare del marito con una sorta di accettazione repulsiva. Non era ostilità, non era bisogno di rivalsa, non era nemmeno disgusto, ma un tranquillo disprezzo, una disistima che investiva tutta la persona di Stefano come acqua infetta nella terra.
(...) Certo, la spiegazione era semplice: avevamo visto i nostri padri picchiare le nostre madri fin dall'infanzia. Eravamo cresciute pensando che un estraneo non ci doveva nemmeno sfiorare, ma che il genitore, il fidanzato e il marito potevano prenderci a schiaffi quando volevano, per amore, per educarci, per rieducarci. Di conseguenza, poiché Stefano non era l'odioso Marcello ma il giovane a cui lei aveva detto di volere moltissimo bene, colui che aveva sposato e con il quale aveva deciso di vivere per sempre, ecco che si accollava fino in fondo la responsabilità della propria scelta. Eppure non tutto quadrava. Ai miei occhi Lila era Lila, non una qualsiasi femmina del rione. Le nostre madri, dopo uno schiaffo del marito, non assumevano quella sua espressione di calmo disprezzo. Si disperavano, piangevano, affrontavano il loro uomo a brutto muso, lo criticavano alle spalle, eppure, chi più chi meno, seguitavano a stimarlo (mia madre, per esempio, ammirava senza mezzi termini il levantinismo trafficone di mio padre). Lila invece esibiva un'acquiescenza senza rispetto. 
«Io sto a mio agio con Antonio, anche se non gli voglio bene».


Elena Ferrante, Storia del nuovo cognome,   Edizioni E/O
Pag. 52-53




La violenza sulle donne sta diventando una vera piaga sociale , non riporto qui i dati che i giornali già diffondono con meticolosa e necessaria  attenzione , mi soffermo solo sullo slogan che contraddistingue  la campagna 2018  contro femminicidi e violenze sulle donne  voluta da Camera dei Deputati, insieme a Mara Carfagna: “Non è normale  che sia normale”. 
 La letteratura ( in questo caso con Elena Ferrante)  mi viene in soccorso prestandomi   parole che non voglio e, forse, non so trovare. La mia riflessione diverrebbe il contenitore di un “dire” già detto e ribadito: pensieri  indignati , entusiastici  , risentiti che si disgregano di fronte ad  una  realtà  nella quale si continua a perpetrare   violenze , aggressioni e omicidi . Le donne non si toccano neanche con un fiore, sentivo dire da piccola, un’espressione che si convertiva anche in “le donne non si picchiano neanche con un fiore.
Si sapeva che, in caso di pericolo/calamità, i primi ad essere salvati sarebbero stati   le donne e i bambini e  noi femmine sorridevamo compiaciute godendo del privilegio che ci veniva riservato.
“Le donne non si toccano neanche con un fiore” ammonivo scherzosamente il bambino che affrontava a malo modo una compagna in classe. Oggi, io  e "quel bambino" , lui un giovane uomo ed io una donna anziana, ricordiamo ancora che  le donne  non si toccano neanche con un fiore ma abbiamo scoperto che si possono massacrare, si bruciare, si lapidare, sfigurare   e  picchiare. 


Loretta Buda