lunedì 26 luglio 2021

Vivere a Tavolicci dopo la strage del 22 luglio 1944. Evento a Meldola il 3 agosto 2021

Il 3 agosto 2020 alle ore 21.00 presso l'Arena Hesperia sarà presentata la ricerca “Vivere a Tavolicci dopo la strage del 22 luglio 1944, frutto della ricerche biografiche condotte dai biografi dell'APS parolefattemano di Meldola. La ricerca, durata alcuni anni, è stata condotta in sinergia con Istoreco Forlì-Cesena e l'ass. Amici della casa di Tavolicci. Non molti sanno che il 22 luglio 1944 il piccolo borgo di Tavolicci, a pochi km da Sarsina sull'Appennino romagnolo, è stato teatro di un'efferata strage ad opera di truppe fasciste. In tanti furono fucilati e in tanti trovarono la morte nella casa in cui erano stati rinchiusi e che venne data alle fiamme. Quasi tutta la popolazione venne sterminata, ben 64 persone su 82 abitanti. Un intero borgo, a circa 1000 mt di altitudine, con campi coltivati a patate e il bosco ad offrire sussistenza. Stiamo parlando di persone comuni, anziani...donne...bambini... il più giovane aveva 14 giorni, il più anziano 84 anni. Il ricordo di quel giorno è rimasto indelebile nei pochi sopravvissuti ed è grazie a loro che è stato possibile conoscere quanto è accaduto. Delle testimonianze raccolte una è di un testimone primario, le altre sono state donate da coloro che sono nati dopo la strage. Attraverso i loro racconti si tesse quella trama capace di riunire i lembi della memoria. A questo serve la narrazione dei testimoni secondari, cioè di coloro che sono nati dopo gli eventi accaduti. La memoria vissuta diviene memoria condivisibile. 



sabato 17 luglio 2021

Qualche foto dalla presentazione del 14 luglio 2021

[..]siamo semplicemente persone, e non sono molte le cose che ci separano. Molte meno di quanto si pensi...
[K. Stockett, The Help


Il 14 luglio 2021, nella splendida cornice dell'Arena Hesperia a Meldola, ha avuto luogo la presentazione del volume "Memorie di vita e di migrazione al femminile", Persiani Editore,  di  Astrid Valeck. Il volume nato da una ricerca biografia condotta sul nostro territorio narra di 7 donne. Le loro storie si rifrangono sul prisma del colloquio autobiografico generando linee narrative dalle sfumature policrome. Una trama delicata di vicende comuni -composte di coraggio, viaggi, incontri e scoperte- che offre sorprendenti visuali sulla grande Storia.  Donne che mai i vestono i panni della vittima; al contrario mostrano una forte resistenza e una notevole capacità di reinventarsi. Un insieme sapientemente coordinato dall'autrice insieme alle sue narratrici in un'operazione di reciprocità pedagogica che dona a queste pagine un valore aggiunto all'idea di femminilità. 








Foto: Giuliano Guerra

lunedì 12 luglio 2021

MEMORIE DI VITA E DI MIGRAZIONE AL FEMMINILE sarà presentato il 14 luglio 2021

 Il 14 luglio 2021 alle ore 21.00 nell'Arena Hesperia di Meldola sarà presentato il libro "Memorie di vita e di migrazione al femminile" (Persiani editore).

Il volume è frutto delle ricerche biografiche condotte da Astrid Valeck per l'APS parolefattemano. L'associazione, già molto conosciuta localmente, è punto di riferimento sul territorio della nostra provincia come in quelle limitrofe per la promozione della cultura autobiografica e delle biografie territoriali; opera in stretta collaborazione con la Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari. "Memorie di vita e di migrazione al femminile" è un libro dedicato alle donne, alla città di Meldola e alla migrazione al femminile con protagoniste: Corinna Casi, Elsa Calboli, Eva Marie Søndeena Bazzocchi, Mihaela Chiriac, Maricica Avram, Emelda Iheoma, Okeh, Valentina Stagnani.
Modererà la serata Gabriele Zelli, saranno presenti l'assessore alla Cultura  Michele Drudi, l'autrice Astrid Valeck, Ermes Fuzzi per l'APS parolefatteamano e l'editore Paolo Persiani.

"Questo libro racconta di viaggi e il viaggio, si sa, accompagna la storia dell’umanità fin dai suoi albori. Eppure, nota Astrid Valeck, autrice del volume, sono perlopiù gli uomini a raccontare i propri movimenti nel mondo. E le donne, perchè si spostano anche loro, cosa hanno da raccontare? Questa domanda è lo stimolo stesso che ha spinto l'autrice a raccogliere le storie di cui il libro e intessuto. Il tema del viaggio, che si trasforma spesso in migrazione, è il punto di avvio di una serie di incontri tra l’autrice e sette donne a cui viene chiesto di narrare la propria storia. La proposta arriva a loro perchè hanno almeno due cose in comune: hanno compiuto un’esperienza migratoria e nelle loro traiettorie Meldola (FC) è un posto significativo, punto di partenza per alcune e di approdo o di passaggio per altre. Sono tanti i Paesi che, come luoghi di origine o di destinazione, possiamo attraversare nei racconti delle donne coinvolte: l’Italia, ovviamente, ma anche la Francia, la Romania, la Norvegia, la Finlandia, la Nigeria e il Canada. Una delle cifre di questo testo è proprio nella pluralità che narra, capace di fare dismettere etichette e stereotipi spesso attribuiti alle donne migranti, effetto ottenuto anche mediante la scelta originale di tenere insieme storie di emigrazione e di immigrazione da e verso l’Italia. Le storie che compongono il libro mostrano infatti delle donne che, pur dovendo affrontare difficoltà e fragilità prima e dopo la migrazione, non vestono mai i panni della vittima. Al contrario mostrano una forte resistenza e una notevole capacita di reinventarsi. In una società in cui lo spazio della narrazione di sè rischia di essere sempre più frantumato, autoreferenziale e poco propenso all’ascolto, questo libro apre uno spazio narrativo importante in quanto frutto di incontri. Le pagine iniziali che precedono le biografie non solo introducono concetti e questioni metodologiche rilevanti che orientano la lettura, ma esplicitano le ragioni profonde che hanno spinto l’autrice a vestire i panni della biografa per compiere questa ricerca."


giovedì 1 luglio 2021

Finalmente riprendono i nostri laboratori!

“Fare autobiografia” significa coltivare l'orto che siamo, il campo che ci abita. Un terreno tutto nostro che contiene la terra che ci ha visto camminare, giocare, scappare, stare fermi, saltare, amare.
In questa “stanza tutta per sé” nasce la possibilità del “darsi voce”, dare voce alla propria storia, che diventa insieme storia di una famiglia, di un contesto sociale, di un tempo.

Ludovica Danieli 
docente Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari.

 

A tutti gli amanti dei nostri laboratori di scrittura autobiografica, eccoci con la prima delle nostre proposte estive.

Il luogo che ci accoglierà sarà un’aia…quindi saremo all’aperto in piena conformità con le norme anticovid.

L’aia in questa occasione non si offrirà solo come luogo accogliente ma anche come spazio di tradizioni e memorie.

L’aia, da sempre scenario di vita e contenitore di luce, oggi, sconvolta nella sua rigorosa struttura e disorientata nelle sue funzioni ostenta un silenzio risentito.

Un tempo era l’estensione dello scenario del lavoro dei contadini; utilizzata per trebbiare il grano e gli altri prodotti del podere, era anche il luogo dove svolazzavano polli e galline, ancheggiavano oche e gloglottavano tacchini infastiditi dai giochi dei bambini.

Delimitata da siepi ordinate e alberature dalle chiome contenute, l’aia era sempre rastrellata e ai margini vantava pagliai impeccabili nelle loro scrupolose geometrie. Nella vita familiare dei contadini in estate svolgeva la stessa funzione che aveva la stalla d’inverno, infatti sull'aia, le famiglie si riunivano per chiacchierare, improvvisare balli e feste campestri.

Scrivendo, daremo voce alla nostra necessità espressiva e animeremo un luogo che passerà, da un silenzio offeso a un silenzio conciliato. (L.B.)