lunedì 22 giugno 2020

LA SOGLIA - autobiografia e didattica a distanza

Ancora una volta torno indietro nel tempo, esattamente ai primi di marzo di questo anomalo 2020. Le scuole sono chiuse da poco più di due settimane. La notizia di queste ore è che non sarà possibile rientrare nelle nostre aule ancora per qualche tempo. Tutti però abbiamo la percezione che quel “tempo provvisorio” sarà, al contrario, un “tempo lungo”. Le Istituzioni si stanno attrezzando per rendere operative le piattaforme digitali e fare arrivare ovunque la routine della scuola.
Il leitmotiv che ci sentiamo ripetere, in modo martellante, è quello di restare a casa.
Non siamo abituati a ciò, anzi le nostre vite passano velocemente tra il dentro e il fuori, rincorrendo le tante frenesie di cui le abbiamo stipate.
Improvvisamente il fuori ci è sottratto, cambiano le possibilità, cambiano le prospettive.
La nostra attenzione è attratta dalle cornici che contornano i vetri ancora chiusi per il clima invernale. Così ci avviciniamo e siamo attratti da quel limitare che sta tra il dentro e il fuori, che ci porta a guardare lontano pur nella sicurezza del luogo che ci accoglie.
In direzione di quell'orizzonte che è già futuro e invita a spiccare il volo, che ci chiede di saper aspettare e di limitarci ad osservare con attenzione quanto quel rettangolo ci mostra.
...pezzetti di vita, ...frammenti di assenza, ...suoni che appaiono e altri che spariscono prendono forma sui quaderni dei bambini seduti davanti ad una delle finestre della loro casa, unico collegamento con il mondo di fuori.
Oggi vi lascio con due pagine di diario scritte da due alunne della classe 4 della scuola Primaria “R. Follereau” - IC n°8 “Camelia Matatia” di Forlì

Astrid Valeck


Sono le 15:00 di pomeriggio, è una bella giornata di sole, affacciandomi dal terrazzo della cucina sulla sinistra vedo numerose case e palazzi tutti colorati che mi mettono allegria, mentre se guardo dritto in lontananza vedo un grande campo verde, dove gli alberi sono ancora spogli perchè la primavera è appena iniziata. Vicino ai campi c'è anche uno sgambatoio, dove le persone che abitano in questa zona possono portare i loro cani a correre e giocare liberamente. Se rimango in silenzio riesco a sentire il cinguettio degli uccellini che volano tra gli alberi e il soffio del vento. Invece se osservo dal terrazzo della camera di mia mamma vedo la via in cui abito, tutta circondata da tante case. Di solito nelle belle giornate di sole sento tanti bambini che giocano insieme nel parchetto vicino al mio condominio; mentre in questi giorni a causa della brutta situazione che stiamo vivendo per la strada non c'è quasi più nessuno, sento solo il silenzio e questa cosa mi rende molto triste. Gli unici rumori che sento sono le poche macchine che passano e le voci dei miei vicini che si parlano dai balconi.


È mattina, mi sono appena svegliata. Guardo dalla finestra attirata dal canto degli uccellini che svolazzano tra gli alberi del mio giardino in cerca di cibo. Sposto lo sguardo più avanti e vedo la vigna, dopo la strada, tutta spoglia e senza colori, senza foglie e senza uva. Guardando a destra della vigna vedo un prato pieno di colori, dove un po’ di tempo prima siamo andati io, le mie sorelle e mia mamma a fare un pic-nic sull’erba e dove abbiamo raccolto alcuni fiori di diversi colori. Mi colpisce una luce in pieno viso, è il sole che mi saluta di primo mattino. Vedo il mio giardino dove i nostri cani giocano in mezzo ai colori squillanti dei fiori. Allora torno dentro casa piena della bellezza della natura, pronta a passare una giornata piena di felicità.

1 commento:

  1. Grazie Astrid! Tutti noi abbiamo visto cose straordinarie nell'ordinario, e ascoltato silenzi nuovi, gustato attimi inediti...
    Purtroppo il prezzo di questa meraviglia è stato alto. Ma ci siamo resi conto che la natura, se ci fermiamo, sta molto meglio...

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