Eccomi di nuovo qui a raccontare l'esperienza della scrittura autobiografica e del giornalino di classe* di questi alunni di 9 anni. Come anticipato la mia narrazione non seguirà un filo cronologico, ma si muoverà tra presente e passato nel corso dei post che preparerò.
I media ci bombardano da settimane con scenari apocalittici. Mettere il naso fuori di casa può significare incontrare un mostro che non ha corpo, che non si vede e non si può toccare ma dal quale non ci si può difendere. Si può solo restare in casa, ma nemmeno questo pare essere una garanzia. Di fronte a lui siamo tutti disarmati e fragili. Così, di punto in bianco, i legami familiari e quelli amicali subiscono una battuta d'arresto. Il terrore blocca tutti in una sorta di incantesimo, in cui il tempo perde la sua corsa verso il futuro e si interrompe. Si configura la dimensione dell'attesa, la paura diviene compagna quotidiana. Ma non è una paura sana, è angoscia.
Se tutto ciò ha un effetto molto forte sugli adulti che possiedono molteplici strumenti per comprendere il mondo in cui vivono, sui bambini ha un effetto ancora maggiore. Noi adulti siamo senza risposte davanti alle loro domande spesso inespresse, tanto fa paura il solo pensare quelle domande e i nostri timori, per quanto cerchiamo di contenerli, emergono dai nostri gesti, dai nostri visi. Ancora una volta la scrittura autobiografica ci viene in aiuto con uno dei suoi dispositivi: la lettera. È proprio attraverso una lettera al coronavirus (o Covid-19) che le paure inespresse, ma che tanto pesano sui pensieri dei bambini vengono alla luce. Diviene così possibile dialogare con la paura, darle un nome e reagire. Già, perchè per andare oltre l'immobilità, rompere l'incantesimo e rimettere in moto il tempo occorre l'azione.
Quest'oggi vi lascio con una di queste lettere.
Astrid Valeck
***
Forlì, 16 marzo 2020
Spett.le Covid-19
tutto il mondo
tutte le vie
Egregio Covid-19,
sono C., vivo in Italia nella città di Forlì, la mia regione è l'Emilia Romagna, la più vicina alla Lombardia, lì dove lei ha fatto una strage.
Sta facendo del male a tutto il pianeta. Sta facendo soffrire tantissime famiglie uccidendo i loro cari. I medici sono preoccupati perchè non riescono a trovare una cura e salvare le persone. Io sono preoccupato per mio babbo che ha una malattia che se verrà contagiato non riuscirà mai a guarire. La prego di smetterla e non fare più del male! Ritorni da dove è venuto!
Qual è il suo scopo? Pensa di fermarsi? È contento di aver fatto del male a tutte queste persone? Si crede invincibile?
Non ne deve essere così sicuro perchè noi persone di tutto il mondo uniremo le nostre forze e la sconfiggeremo!
Cordiali saluti
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* Il giornalino della classe 4A scuola Primaria “R.Follereau” I.C. N°8 “Camelia Matatia” Forlì esce ogni settimana dal mese di marzo 2020
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