giovedì 26 gennaio 2017

27 GENNAIO GIORNATA DELLA MEMORIA


Ogni anno, il 27 Gennaio ci riconduce alla grande ferita che tormenta la  nostra memoria collettiva; una giornata che non può rimanere confinata al giorno della commemorazione ma che dovrebbe declinarsi in  una ciclicità estesa e assumere una coralità capace di fare da cassa di risonanza per scongiurare i pericoli insiti nelle varie  forme di intolleranze. 
In questa occasione evito  la pubblicazione di  immagini perché, a mio avviso, la molteplicità e la ripetitività delle fotografie che circolano in rete, rischiano di ricondurre le immagini a fatti molto remoti e oblianti . 
Mi affido, come abitualmente faccio, alla poesia  perché,  come canta il Pascoli:  “ Il ricordo è poesia, e la poesia non è se non ricordo”.
 L.B.



“Vi racconto tutto questo
perché qui nella nostra isola
come altrove,
i gatti dimenticano,
gli uomini dimenticano,
e non occorre molto
perché la pazzia
divampi di nuovo
e, maledizione,
ricominci tutto daccapo.”
(Evghenios Trivizàs)


giovedì 5 gennaio 2017

IL SOGNO DI UN HIPPIE -Invito alla lettura a cura di Ermes Fuzzi

Invito alla lettura a cura di Ermes Fuzzi

Neil Young, Il sogno di un hippie, Feltrinelli, Milano, 2015

La storia, solo apparentemente priva di canovaccio, è l'autobiografia di un uomo che ha attraversato la storia americana dal dopo guerra ad oggi. Se il filo conduttore del racconto è rappresentato dalla musica ciò non distoglie dalle vicissitudini umane, personali e familiari, che hanno cadenzato le epoche della vita di questo fecondissimo artista. Alcuni nodi si presentano ciclicamente nella vita di Young e riguardano i grandi temi della vita: la malattia, l'amore, la famiglia, l'amicizia, il sogno. Nel sogno la trasparenza e l'unicità del pensiero individuale si fondono con quello di un'epoca e di intere generazioni hippie americane che negli anni '60 vissero le ebbrezze dell'amore libero e degli stati psichedelici indotti dalle droghe. Young è un testimone che parla esplicitamente di quei momenti e di come fosse normale fare uso di sostanze stupefacenti nel mondo della musica e dello spettacolo per cercare ispirazioni artistiche, per abbassare freni inibitori e socializzare la creatività. Tutti i successi e i riconoscimenti di tante parti del mondo non hanno però cancellato certi ricordi di una infanzia mitica passata in Canada insieme alla famiglia. Particolarmente intenso e sviluppato in varie parti del libro è il rapporto col padre, scrittore di professione. “[...] la macchina da scrivere di mio padre era nell'attico al piano di sopra. Lì nessuno poteva salire. Ovviamente io andavo a vedere perché non si poteva. Papà riusciva sempre a smettere di scrivere per parlarmi. Mi chiamava Windy, Ventoso. 'Cosa hai in mente , Windy?'[...] Scrivi tutti i giorni e sarai sorpreso da ciò che verrà fuori[...]”. Frasi indelebili di una figura amatissima che perde la capacità di scrivere e relazionarsi quando insorgono disturbi causati da una grave malattia degenerativa della memoria. “[...]Una volta, anni dopo, quando ebbi bisogno di un suo saggio consiglio, gli raccontai di un mio grosso problema e lui dalla sua sedia continuò a fissare il vuoto. Compresi che non riusciva a rispondermi. C'era e non c'era. Fu allora che la vidi per la prima volta, Demenza, Alzheimer, chiamatela come vi pare. É solo un nome. Era andato. I suoi occhi, i capelli erano diventati grigi, tutto in una volta. Non mi rispose mai[...]”. Scrivere diventa un biglietto per una vita più rilassata e contemporaneamente uno stimolo per cominciare un altro libro (vedi anche Special delux del 2015 edito da Feltrinelli). Un modo per stare giù dal palco soffermarsi sui bilanci della vita perché, dice Young, il passato è un gran bel posto e in un'altra parte afferma che scrivere è molto pratico, si spende poco ed è un gran modo di passare il tempoLa vita e la musica sono indissolubilmente connesse e si sviluppano entrambe sul filo di avventure straordinarie che portano ad importanti riconoscimenti di livello mondiale e a collaborazioni artistiche con i più grandi nomi della musica. Da queste collaborazioni nascono diversi concerti per la raccolta di fondi utili alla realizzazione di scuole con attrezzature specifiche dedicate a bambini disabili. Due dei tre figli di Young nascono con cerebro lesioni e il suo impegno come artista e come padre non conosce mai battute di arresto. Egli stesso ha conosciuto malattie importanti di cui narra e che si presentano fin dall'infanzia: poliomielite, attacchi epilettici, un aneurisma cerebrale. [...]nessuna di queste cose mi ha cambiato più di tanto, anche se è difficile esserne certi. Questi eventi fanno parte della mia vita. Fanno di me ciò che sono. Sono grato per ciò che mi è accaduto. Fanno paura.[...]. Anche sulla religione non manca di esprimersi in varie parti del libro definendosi un pagano che riconosce la presenza di un grande spirito in ogni manifestazione della natura. Basta osservare l'orizzonte, il mare o camminare in una foresta per sentirne la presenza. Young fa parte a pieno titolo di quella che egli stesso definisce controcultura degli hippie, degli artisti e degli indiani. Non mancano momenti di coinvolgimento nelle stagioni della contestazione degli anni '70. Attraverso le parole e la musica si esplicita il legame indissolubile con la generazione hippie di cui fa parte. Contestazioni contro la politica della guerra e contro le violenze della polizia e le uccisioni durante le manifestazioni studentesche. Ma anche, più recentemente, per i disastri ecologici causati dalle multinazionali del petrolio nel Golfo del Messico cercando di diffondere attraverso, i grandi concerti, le verità contro l'insabbiamento dell'informazione sull'inquinamento provocato dalle perforazioni indiscriminate. Un uomo da scoprire attraverso questo libro che riesce a soddisfare le curiosità dei musicofili ma anche di coloro che sono amanti e cultori della scrittura autobiografica. […] Quando la musica è la tua vita, c'è una chiave che ti conduce al cuore di tutto (…) accetto la natura estrema dei miei doni e dei miei fardelli, dei miei talenti e dei messaggi, i miei figli con le loro unicità, mia moglie con la sua bellezza e il suo infinito rinnovamento. Ti Suono troppo cosmico? Non credo, amico mio. Non dubitare della mia sincerità, perché è quella che ci ha condotto qui insieme, adesso.[...]