domenica 26 gennaio 2020

LA MEMORIA RENDE LIBERI





LA MEMORIA RENDE    LIBERI 






Per celebrare la Giornata della Memoria sono molte le storie in libreria che ricordano l’orrore della Shoah; fra le tante ho scelto quella narrata ne “La memoria rende liberi”.[1]  Qui Enrico Mentana, coautore con Liliana Segre, presenta la testimonianza di quest’ultima, una delle poche bambine italiane di origine ebrea sopravvissute ad Auschwitz: oggi Senatrice a vita della Repubblica Italiana.
Nella sua 
presentazione l’autore delinea il contesto socio-politico nel quale la vicenda si svolse e vi colloca  la storia che   Liliana Segre, in prima persona, gli racconta. È la narrazione della    sua vita da quando, a soli otto anni, le leggi razziali sconvolsero la sua esistenza e quella di tante famiglie ebree in Italia. Una   sofferenza che lei, dopo un lungo silenzio, trasforma in parole e azioni.  Per la Segre fare memoria ha significato innescare nuovi processi; ricordare e testimoniare per comprendere, sanare, evitare, e consapevolmente capire che la memoria stessa può rendere liberi.
E’ la storia di una vita spezzata dalla follia e dalla crudeltà delle leggi razziali che si è compiuta nel più assordante silenzio e nell'indifferenza di molti.








…. venne un giorno……


 “Liliana Segre sta per compiere otto anni quando il suo destino cambia per sempre. E una delle migliaia di bambini delle elementari che non rientreranno a scuola, che non rivedranno la loro maestra e i loro compagni, e questo sarà solo il primo anello della catena persecutoria. E alla sua memoria diretta che ci affidiamo di qui in poi per sapere e capire come quelle decisioni cambiarono le vite di tanti esseri umani, e direttamente la sua. Come abbiamo con­diviso, e come è giusto che sia, il suo è un raccon­to in prima persona, una narrazione che non viene spezzata dalle domande, la testimonianza di quel che davvero è successo, fatta da una donna che ha misurato passo dopo passo quella discesa agli inferi, e la racconta con la precisione chirurgica di chi non ha mai smesso di essere cosciente, di guardare, di cercare di capire (…)”[1]



“Non è una storia di uniformi e palandrane, non è una storia di guerra, non è una storia di diversi. Nell'Italia fascista, e non solo in Ita­lia, persecutori e perseguitati erano stati parte della stessa società, vestivano allo stesso modo, e spesso la pensavano allo stesso modo sul regime. Eppure venne un giorno in cui i primi decisero che i secondi non avrebbero più potuto insegnare o imparare, la­vorare o possedere, fare impresa o risparmiare, per via della fede dei loro genitori, anche se persa e non tramandata. Erano semplicemente una stirpe, una discendenza da emarginare. Arrivarono poi diretta­mente, passando da alleati a occupanti, coloro che erano stati gli ispiratori di quella politica di discri­minazione, per trasformarla in annientamento. E in tanti italiani chiusero gli occhi, si voltarono dall'altra parte o aiutarono attivamente: l'orrore vero per me è lì, al primo metro del cammino per i campi.”

Dal lager, Liliana ,  ritornerà sola, orfana, straniera di futuro, tra le macerie di una città, Milano; rientrerà  in un’Italia  dilaniata, ferita, che cerca nel silenzio la difesa  da un passato tragico  e dolorosamente    prossimo  per ricordarlo e parlarne . .


“La quindicenne Liliana scoprì subito che quel che aveva subito non doveva interessare a nessuno, che i suoi tentativi di raccontare si scontravano con un immediato «E non sai quante ne ho passate anch'io», a derubricare l'Olocausto come uno dei tanti guai di guerra. Enorme tragedia, enorme rimozione. E allora anche lei accantonò tutto.”

  Liliana riuscirà a ritrovare la parola per narrare e testimoniare, lo farà quando i suoi figli saranno cresciuti e solo allora, anche loro, come “tutti” lo hanno saputo. 
Lasciandovi alla lettura del libro , concludo con le parole di Enrico Mentana: << Parlare per lei è ancora duro. Ascoltarla per noi è vitale.  >>


Le parti trascritte in corsivo sono tratte dall' introduzione  di Enrico Mentana. 



l.b .



[1] E. Mentana e L. Segre , La memoria rende liberi, Rizzoli Milano , 2015






[1] E. Mentana e L. Segre , La memoria rende liberi, Rizzoli Milano , 2015