domenica 23 gennaio 2022

DESTINATARIO SCONOSCIUTO

  



 Pochi giorni fa, impegnata,  nell' affannosa ricerca di un libro ,  ho ritrovato,    schiacciato da volumi più corposi, un libricino minimo nelle dimensioni e ridotto nel numero di pagine: frutto di  un’operazione letteraria davvero pregevole.

Loretta Buda 


 Destinatario sconosciuto


La razza ebraica è un problema scottante per ogni nazione che la ospiti. Io non ho mai odiato un ebreo in particolare; ti ho sempre considerato un amico, ma tu sai che parlo in tutta onestà quando dico che ti ho voluto bene non perché eri ebreo, ma nonostante tu lo fossi.”

Katherine Kressmann-Taylor

 

 

“DESTINATARIO SCONOSCIUTO” è un romanzo epistolare della scrittrice statunitense Katherine Kressmann-Taylor che racconta la storia di un’amicizia   fraterna, messa gravemente alla prova da una situazione politica coercitiva. Ambientato nei primi anni trenta, gli anni dell’ascesa al comando di Hitler, Martin, tedesco, e Max, ebreo americano, sono   amici   e soci in affari a San Francisco.

Martin, nel  1932:  ritorna con la sua famiglia in Germania per partecipare alla ricostruzione postbellica della patria.



12 Novembre 1932

Mio caro Martin

(…)                                           

Certo, hai fatto bene a partire. Nonostante i tuoi successi non sei mai diventato americano, e ora che gli affari vanno così bene hai dovuto ricondurre in patria i tuoi robusti ragazzi, perché ricevano un'e­ducazione. In tutti questi anni anche Elsa ha sentito la mancanza dei suoi, che saranno felici di rivedervi. Il giovane artista squattrinato è diventato il benefat­tore della famiglia, e questo sarà il tuo piccolo, si­lenzioso trionfo.

Gli affari continuano ad andare bene(…)

  Per due anni, Max e Martin , iniziano un breve e intenso scambio epistolare che evidenzia il cambiamento di stati d'animo e la fine della loro   amicizia negli anni dell'avvento del nazismo; infatti con  l’ascesa al potere  di Hitler i contrasti ideologici fra loro precipitano fino a diventare insanabili.  

La corrispondenza si mostra dapprima densa di   premure e affettuosità   riguardo la famiglia e gli affari, ma presto Martin entra a far parte a pieno titolo di quella moltitudine grigia di individui non direttamente coinvolti nella ferocia di alcuni fatti, ma spettatori indifferenti di tragiche circostanze.

 Infatti Martin , dapprima sospettoso  verso questa nuova ideologia,  finisce presto per abbracciarne i principi; per lui il bene della Germania diventa prioritario e la persecuzione degli ebrei solo una «dolorosa necessità».

L’autrice, attraverso la corrispondenza, delinea, con lucida chiaroveggenza, il clima di feroce razzismo in cui maturerà l’Olocausto. Poi la relazione subisce una svolta agghiacciante. Martin rifiuta  di aiutare  Griselle, sorella di Max,  e   con la giustificazione : «non potevo fare nulla per aiutarla»,    decreterà la sua stessa condanna a morte: sarà lui il secondo “destinatario sconosciuto”. 


Il romanzo si conclude così, senza che l’autrice sveli cosa sia realmente  accaduto a Martin, offrendo però ai lettori  tutti gli indizi perché ognuno  intuisca il dramma che si è consumato . La forza del libro sta nell’intensità delle lettere che rivelano la drammaticità del momento storico rappresentato, ma soprattutto la volontà dell’autrice di far comprendere come una qualsiasi ideologia estremista possa persuadere anche   «una mente liberale» come quella  di Martin.

 

 


Titolo         Destinatario sconosciuto

Autore       Kressmann Taylor, Katherine

Casa Editrice       BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2003

venerdì 21 gennaio 2022

Educare alla memoria non solo il 27 gennaio. Testimoni secondari e scrittura

Ogni anno il 27 gennaio ci riconduce alla grande ferita che tormenta la nostra memoria collettiva; una memoria che pesa e ci accompagna. Tante sono le iniziative e i percorsi didattici proposti agli alunni e ai cittadini, ma quest'oggi vorrei soffermarmi sulla scelta del Comune di Forlì di intitolare -diversi anni fa- uno dei suoi Istituti Comprensivi1 ad una giovanissima donna uccisa ad Auschwitz: Camelia Matatia. Se ci pensiamo bene è una scelta importante, significa dare profondo valore alla capacità di orientare gli alunni a fare memoria. Negli anni, all'interno dell'Istituto Comprensivo, si è creata una stretta sinergia con Roberto Matatia, nipote di Camelia; è lui ad aver raccolto il testimone e, oltre ad aver scritto due volumi2 dedicati alla storia della sua famiglia, è presenza infaticabile all'interno delle scuole e non solo. Quella della testimonianza è una tessitura che chiede tanta resistenza e resilienza. Nel caso di Roberto Matatia lo è ancor di più perché lui non è un testimone diretto, non ha vissuto in prima persona la deportazione ma, forse, proprio per questo, ha sentito in modo molto forte l'imperativo morale di dare voce a chi non c'è più e nulla avrebbe potuto narrare di sé.
È interessante comprendere come Roberto Matatia sia divenuto testimone a sua volta, lui che degli aventi occorsi a parte della sua famiglia nulla aveva saputo per larga parte della sua vita. Ricorda la Lowenthal3 che anche il silenzio ha una sua memoria, fatta di gesti e di azioni trasmesse attraverso l'educazione. Il silenzio è una ferita che resta aperta, che non trova il modo di essere sanata. Nella trama della vita e della memoria individuale e collettiva è come se vi fosse una lacerazione e i lembi del tessuto non possono essere riuniti e ricuciti, manca proprio un pezzetto di tessuto. L'ordito va intrecciato nuovamente e questo è possibile attraverso le storie. La memoria vissuta diviene così memoria condivisibile.
A volte, la memoria intesa come “appartenenza” arriva come uno schiaffone, improvvisa, inaspettata. È come se ti scegliesse e dicesse che tocca a te. Sollecita corde profonde che non attendevano altro che di poter vibrare. Così si raccoglie il testimone e si prosegue in questa infaticabile azione di rievocazione per aiutare a costruire, in chi è nato dopo, quanto è da conoscere, per poter riflettere e interrogarsi, e individuare pericolose trame nel proprio presente prestando attenzione, affinché non si commettano gli stessi errori.
Per Roberto Matatia tutto è divenuto definitivamente chiaro attraverso delle lettere scritte da Camelia ed arrivate a lui per una via altrettanto singolare. Emerge prepotente il valore della scrittura, capace di travalicare il tempo e rendere presente ciò che non c'è più e chi non c'è più. Scrivere non è solo lasciare traccia, affermare che si è esistiti e si è stati, ma è anche custodire quelle tracce e dare loro nuova linfa. Raccogliere il testimone, allora, è sì testimoniare con le parole in eventi o incontri pubblici, ma è anche scrivere. Dare forma alla Storia attraverso la narrazione di storie comuni, facendo in modo che queste storie possano incontrare altre sensibilità (i lettori) e creare occasioni di riflessioni.
Alcuni anni fa l'associazione Paesaggi Educativi fece una ricerca4 tutt'ora attuale. Un invito a tutti, adulti e bambini, a prestare attenzione a quanto accade intorno a noi nel presente, ma anche a proiettarsi nel futuro, a formarsi per divenire custodi e testimoni a propria volta. Vorrei aggiungere un invito in più. L'attenzione e la cura per la memoria non si esauriscono in una giornata di commemorazione. Educare ed educarsi alla pace, al vivere insieme richiede tempo e impegno quotidiano, passa attraverso le azioni e i gesti di ogni giorno, anche i più piccoli.

Astrid Valeck


1 Istituto Comprensivo n°8 Camelia Matatia di Forlì

2 I vicini scomodi. Storia di un ebreo di provincia, 2014 e Passerà, 2021

3 Lo strappo nell'anima, 2002

4 A cura di R. Taiola, Scuola: ripartire da Auschwitz, 2010

venerdì 7 gennaio 2022

13 gennaio 2022 ancora una presentazione del libro "Memorie di vita e di migrazione al femminile" di Astrid Valeck


Proteo Fare Sapere e la FLC CGIL di Forlì Cesena, vi invitano alla presentazione in streaming del libro “MEMORIE DI VITA E DI MIGRAZIONE FEMMINILE” di Astrid Valeck giovedì 13 gennaio 2022 alle ore 17, sulla pagina https://www.facebook.com/flc.forlicesena

Il volume è frutto delle ricerche biografiche condotte da Astrid Valeck per l'APS parolefattemano. L'associazione, già molto conosciuta localmente, è punto di riferimento per la promozione della cultura autobiografica e delle biografie territoriali. "Memorie di vita e di migrazione al femminile" è un libro dedicato alle donne, alla città di Meldola e alla migrazione al femminile. Una delle cifre di questo testo è nella pluralità che narra, capace di fare dismettere etichette e stereotipi spesso attribuiti alle donne migranti, effetto ottenuto anche mediante la scelta originale di tenere insieme storie di emigrazione e di immigrazione da e verso l’Italia. Le storie che compongono il libro mostrano infatti delle donne che, pur dovendo affrontare difficoltà e fragilità prima e dopo la migrazione, non vestono mai i panni della vittima. Al contrario mostrano una forte resistenza e una notevole capacita di reinventarsi.


Chi fosse interessato a seguire l'evento in presenza presso la sala Luciano Lama della Camera del Lavoro di Forlì, per la prenotazione deve inviare una mail a forlicesena@flcgil.it in quanto è stata prevista una capienza massima di venti persone.



mercoledì 5 gennaio 2022

 

EPIFANIA 2022





Concediamoci  il dono dell’attesa di questa magica notte ,  felici di riconoscerci   , senza imbarazzo, in quella parte bambina che attende di crescere.