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sabato 8 febbraio 2025

Un albo illustrato per raccontare un viaggio nella lettura e nella scrittura autobiografica: Borsa Rana

Dedichiamo il post di oggi a questo dolce albo illustrato che nasce dalla pratica autobiografia nella scuola e che, finalmente, dopo una lunga attesa da parte dei giovanissimi lettori trova la sua pubblicazione e diffusione per il grande pubblico. E' possibile acquistarlo al link: https://amzn.eu/d/7KqlLwo 


Ci sono libri che si leggono e libri che si vivono. Borsa Rana, scritto da Astrid Valeck e illustrato da Maria Mengozzi, appartiene alla seconda categoria: non è solo una storia, ma un'esperienza educativa che accompagna i bambini nel loro primo incontro con la lettura e la scrittura.

Nata come progetto nelle scuole, Borsa Rana non è un semplice personaggio, ma una guida affettuosa e curiosa che entra nelle classi per invitare i bambini a esplorare il mondo dei libri con entusiasmo e immaginazione. Seguendo il metodo dello sfondo integratore, questo albo illustrato aiuta i piccoli lettori a sentirsi parte di una storia condivisa, in cui ogni bambino può trovare spazio per esprimere sé stesso.

Un’amica speciale per i piccoli lettori

Fin dai primi giorni nella scuola dell’infanzia, Borsa Rana diventa una compagna di viaggio nella scoperta della narrazione, trasformando ogni lettura in un’avventura partecipata. Crescendo, il suo ruolo si evolve: nella scuola primaria diventa un'alleata preziosa nel percorso di apprendimento della lettura e della scrittura, offrendo strumenti per affrontare le difficoltà e scoprire il potere delle parole.

Ma ciò che rende davvero speciale Borsa Rana è la sua capacità di accompagnare i bambini nella scrittura di sé. Attraverso attività autobiografiche e il diario personale, stimola i piccoli a raccontare le proprie emozioni, i sogni, i timori e le gioie quotidiane. La narrazione diventa così non solo un esercizio, ma un modo per conoscersi meglio e dare voce alla propria interiorità.

Un libro che lascia traccia

Quando arriva il momento di salutare Borsa Rana, il viaggio non finisce. Insieme ai bambini, raccoglie ricordi e parole, trasformandoli in un libro che custodisce il percorso fatto insieme. È un dono speciale: un pezzo della loro storia, un ricordo tangibile di crescita e scoperta.

Perché scegliere Borsa Rana?

Un metodo educativo innovativo: integra la lettura e la scrittura con esperienze affettive e coinvolgenti.
Promuove l’amore per i libri: rende la lettura un’avventura da vivere con curiosità.
Favorisce l’espressione personale: incoraggia i bambini a raccontare la propria storia, dando valore alla loro voce.

Borsa Rana è più di un albo illustrato: è un invito a scoprire il potere delle parole, un amico che guida i piccoli lettori in un viaggio che li porterà lontano, dentro e fuori di sé.

Un libro da leggere, da scrivere e da vivere.

lunedì 22 giugno 2020

LA SOGLIA - autobiografia e didattica a distanza

Ancora una volta torno indietro nel tempo, esattamente ai primi di marzo di questo anomalo 2020. Le scuole sono chiuse da poco più di due settimane. La notizia di queste ore è che non sarà possibile rientrare nelle nostre aule ancora per qualche tempo. Tutti però abbiamo la percezione che quel “tempo provvisorio” sarà, al contrario, un “tempo lungo”. Le Istituzioni si stanno attrezzando per rendere operative le piattaforme digitali e fare arrivare ovunque la routine della scuola.
Il leitmotiv che ci sentiamo ripetere, in modo martellante, è quello di restare a casa.
Non siamo abituati a ciò, anzi le nostre vite passano velocemente tra il dentro e il fuori, rincorrendo le tante frenesie di cui le abbiamo stipate.
Improvvisamente il fuori ci è sottratto, cambiano le possibilità, cambiano le prospettive.
La nostra attenzione è attratta dalle cornici che contornano i vetri ancora chiusi per il clima invernale. Così ci avviciniamo e siamo attratti da quel limitare che sta tra il dentro e il fuori, che ci porta a guardare lontano pur nella sicurezza del luogo che ci accoglie.
In direzione di quell'orizzonte che è già futuro e invita a spiccare il volo, che ci chiede di saper aspettare e di limitarci ad osservare con attenzione quanto quel rettangolo ci mostra.
...pezzetti di vita, ...frammenti di assenza, ...suoni che appaiono e altri che spariscono prendono forma sui quaderni dei bambini seduti davanti ad una delle finestre della loro casa, unico collegamento con il mondo di fuori.
Oggi vi lascio con due pagine di diario scritte da due alunne della classe 4 della scuola Primaria “R. Follereau” - IC n°8 “Camelia Matatia” di Forlì

Astrid Valeck


Sono le 15:00 di pomeriggio, è una bella giornata di sole, affacciandomi dal terrazzo della cucina sulla sinistra vedo numerose case e palazzi tutti colorati che mi mettono allegria, mentre se guardo dritto in lontananza vedo un grande campo verde, dove gli alberi sono ancora spogli perchè la primavera è appena iniziata. Vicino ai campi c'è anche uno sgambatoio, dove le persone che abitano in questa zona possono portare i loro cani a correre e giocare liberamente. Se rimango in silenzio riesco a sentire il cinguettio degli uccellini che volano tra gli alberi e il soffio del vento. Invece se osservo dal terrazzo della camera di mia mamma vedo la via in cui abito, tutta circondata da tante case. Di solito nelle belle giornate di sole sento tanti bambini che giocano insieme nel parchetto vicino al mio condominio; mentre in questi giorni a causa della brutta situazione che stiamo vivendo per la strada non c'è quasi più nessuno, sento solo il silenzio e questa cosa mi rende molto triste. Gli unici rumori che sento sono le poche macchine che passano e le voci dei miei vicini che si parlano dai balconi.


È mattina, mi sono appena svegliata. Guardo dalla finestra attirata dal canto degli uccellini che svolazzano tra gli alberi del mio giardino in cerca di cibo. Sposto lo sguardo più avanti e vedo la vigna, dopo la strada, tutta spoglia e senza colori, senza foglie e senza uva. Guardando a destra della vigna vedo un prato pieno di colori, dove un po’ di tempo prima siamo andati io, le mie sorelle e mia mamma a fare un pic-nic sull’erba e dove abbiamo raccolto alcuni fiori di diversi colori. Mi colpisce una luce in pieno viso, è il sole che mi saluta di primo mattino. Vedo il mio giardino dove i nostri cani giocano in mezzo ai colori squillanti dei fiori. Allora torno dentro casa piena della bellezza della natura, pronta a passare una giornata piena di felicità.

lunedì 15 giugno 2020

#LA SCUOLA NON SI FERMA - autobiografia e didattica a distanza


#la scuola non si ferma

Quante volte abbiamo sentito ripetere questo slogan dalla chiusura delle nostre scuole e dal lockdown che ne è seguito? 

Ormai le lezioni sono terminate, ma la scuola non si ferma. O meglio, non si ferma il giornalino* della scuola primaria "R.Follereau”. Abbiamo deciso di accompagnarvi ancora un po'. In redazione ci sono ancora diversi articoli che attendono di essere pubblicati. Le alunne e gli alunni della classe 4A in questo lungo periodo di sospensione delle attività didattiche in presenza hanno scritto moltissimo. Sicuramente stimolati dal programma didattico delle varie discipline di cui il giornalino porta testimonianza attraverso le loro ricerche, ma anche attraverso le molteplici sollecitazioni autobiografiche. L'autobiografia è uno strumento molto potente, crea uno spazio riflessivo e creativo che spinge chi scrive a rivisitare il proprio vissuto e a comprendere quanto vive, a maggior ragione durante un periodo difficile come quello appena trascorso (e in parte non ancora concluso); inoltre può contare su tanti dispositivi differenti: le lettere, il diario, l'intervista, le foto... guida nel tessere la trama della propria vita, nell'individuare valori e capisaldi, e aiuta a divenire resilienti. Aggiunge valore alle nostre vite quando i propri pensieri possono essere condivisi. Occorre cioè una comunità capace di ascoltare. Noi quella comunità la abbiamo: sono i tanti lettori del giornalino. Così eccoci ancora a voi con le parole dei vostri figli, nipoti, amici, compagni...
come ormai d'abitudine vi lascio con la scrittura di un alunno di 9 anni uscita sul n°11\giugno 2020
Astrid Valeck


Bisogna avere un sistema ecosostenibile
Quando finirà questa pandemia ritorneremo tutti insieme a giocare e studiare in allegria. Per me questa è la vita normale che faccio ogni giorno, però senza scuola e mi mancano tanto i miei compagni di classe, ma io so che prima o poi finirà tutta questa storia. Dopo questa emergenza, capiremo che noi siamo gli ospiti in questo mondo e che dobbiamo rispettarlo. Meno macchine, meno aerei, meno industrie e una cosa importantissima: meno inquinamento! La Terra non ne può più della nostra presenza, quando ti svegli alla mattina non c'è bisogno di andare in macchina a fare colazione al bar, non c'è bisogno di fare grandi viaggi con navi, aerei o traghetti. Ogni tanto va bene, ma non ogni mese o ogni settimana. Rifacciamo la vita di una volta. Tutte quelle fabbriche, inceneritori o trattori provocano un gran inquinamento. Si potrebbe girare in bici o a piedi, per aiutare il nostro pianeta!! la Terra deve stare bene anche con noi, quindi rispettiamola! Basta guerra, viaggi, incendi, fuochi d'artificio e bombe. La vita può continuare ma bisogna avere un sistema ecosostenibile!
RISPETTIAMO IL NOSTRO PIANETA!!!

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* Il giornalino della classe 4A scuola Primaria “R.Follereau” I.C. N°8 “Camelia Matatia” Forlì esce ogni settimana dal mese di marzo 2020               

domenica 31 maggio 2020

ACCORCIARE LA DISTANZA

Come anticipato, eccomi qui di nuovo a raccontarvi di questa esperienza con i miei alunni* e di come essa ha avuto inizio.
I primi di febbraio, quando ancora le nostre scuola erano aperte, un gruppetto di alunne della classe 4^ della scuola Primaria “R. Follereau” dell'I.C. N°8 “Camelia Matatia**” di Forlì, appassionate lettrici e scrittrici, si era attivato per dare vita ad un giornalino di classe.
In questo tempo, in parte fatte di attesa, in parte di timori, in parte di noia il loro progetto è cresciuto ed ha individuato nuove prospettive.
Ai momenti di difficoltà si può reagire in modi differenti: ci si può lasciare abbattere e sopraffare, si possono cercare aspetti positivi che, anche se piccoli, in ogni esperienza ci sono e illuminarli o ancora impegnarsi e cercare soluzioni per far fronte ad una situazione che pare schiacciante.
Come fare a stare vicini e ad incontrarsi quando non si può uscire di casa? Come riempire queste lunghe giornate una volta terminato il proprio dovere scolastico, pulito di fondo ogni armadio, riordinato ogni cassetto dal garage alla soffitta e sperimentato ogni possibile ricetta culinaria?
Spente le tv e staccata ogni connessione che bombarda incessantemente con scenari apocalittici, ecco apparire la scrittura. Così nasce questo giornalino che, in breve tempo, raccoglie la collaborazione dei compagni.
Le pagine che questi giovanissimi alunni hanno preparato escono dalle case ed entrano in altre case; raggiungono le persone, portano riflessioni, curiosità e approfondimenti su quegli argomenti che a loro stanno a cuore.
Il giornalino, questo giornalino, è il modo che questi alunni hanno trovato per restare a casa e nel contempo tessere relazioni. Fare rete nella distanza e insieme raggiungere tutti: compagni, altri alunni e adulti.
Quest'oggi vi lascio con la scrittura di un'alunna, uscita sul n°0\marzo 2020 del nostro giornalino, il cui sguardo l'ha portata a cercare quanto di positivo ci potesse essere in una situazione complessa come quella che stiamo vivendo

Astrid Valeck


QUALCOSA DI BELLO SI TROVA ANCHE NEL BRUTTO
Sicuramente il problema del Coronavirus è gravissimo, ma a volte serve trovare il bello anche nel brutto per dare speranza ed ottimismo.
Sapete già tutti il pericolo del contagio per noi e per i nostri cari, e per questo io vi parlerò dei lati positivi dell'isolamento. In questo periodo di quarantena ho riscoperto la bellezza dello stare in famiglia: pranzare e cenare tutti assieme, condividere tutti i momenti della giornata, ridere e scherzare durante le serate in casa. Al mattino i miei genitori sono diventati i miei insegnanti e mia sorella è diventata come una compagna di classe. Assieme abbiamo riscoperto i loro giochi, quelli che facevano da bambini e non avevano mai tempo di insegnarmi,
abbiamo imparato a divertirci con poco ed abbiamo scoperto tanti angoli segreti della nostra casa. Io sono una bambina fortunata perché attorno a casa ho molto parco in cui potermi muovere e giocare, ed anche questo l'ho apprezzato di più in questi giorni. insomma, questa quarantena mi sta' insegnando ad apprezzare le
cose semplici, a godermi i miei genitori e a ringraziare per le cose che ho. Non lo avrei mai detto, ma oltre ai miei compagni, mi manca tanto anche la scuola. Per questo spero di tornarci presto, arricchita da questa esperienza e con tanta voglia di imparare!

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*attività condotta in Didattica a Distanza su piattaforma Gsuite
**Dirigente Scolastico: Maria Teresa Luongo