Come anticipato, eccomi qui di nuovo a raccontarvi di questa esperienza con i miei alunni* e di come essa ha avuto inizio.
I primi di febbraio, quando ancora le nostre scuola erano aperte, un gruppetto di alunne della classe 4^ della scuola Primaria “R. Follereau” dell'I.C. N°8 “Camelia Matatia**” di Forlì, appassionate lettrici e scrittrici, si era attivato per dare vita ad un giornalino di classe.
In questo tempo, in parte fatte di attesa, in parte di timori, in parte di noia il loro progetto è cresciuto ed ha individuato nuove prospettive.
Ai momenti di difficoltà si può reagire in modi differenti: ci si può lasciare abbattere e sopraffare, si possono cercare aspetti positivi che, anche se piccoli, in ogni esperienza ci sono e illuminarli o ancora impegnarsi e cercare soluzioni per far fronte ad una situazione che pare schiacciante.
Come fare a stare vicini e ad incontrarsi quando non si può uscire di casa? Come riempire queste lunghe giornate una volta terminato il proprio dovere scolastico, pulito di fondo ogni armadio, riordinato ogni cassetto dal garage alla soffitta e sperimentato ogni possibile ricetta culinaria?
Spente le tv e staccata ogni connessione che bombarda incessantemente con scenari apocalittici, ecco apparire la scrittura. Così nasce questo giornalino che, in breve tempo, raccoglie la collaborazione dei compagni.
Le pagine che questi giovanissimi alunni hanno preparato escono dalle case ed entrano in altre case; raggiungono le persone, portano riflessioni, curiosità e approfondimenti su quegli argomenti che a loro stanno a cuore.
Il giornalino, questo giornalino, è il modo che questi alunni hanno trovato per restare a casa e nel contempo tessere relazioni. Fare rete nella distanza e insieme raggiungere tutti: compagni, altri alunni e adulti.
Quest'oggi vi lascio con la scrittura di un'alunna, uscita sul n°0\marzo 2020 del nostro giornalino, il cui sguardo l'ha portata a cercare quanto di positivo ci potesse essere in una situazione complessa come quella che stiamo vivendo
Astrid Valeck
QUALCOSA DI BELLO SI TROVA ANCHE NEL BRUTTO
Sicuramente il problema del Coronavirus è gravissimo, ma a volte serve trovare il bello anche nel brutto per dare speranza ed ottimismo.
Sapete già tutti il pericolo del contagio per noi e per i nostri cari, e per questo io vi parlerò dei lati positivi dell'isolamento. In questo periodo di quarantena ho riscoperto la bellezza dello stare in famiglia: pranzare e cenare tutti assieme, condividere tutti i momenti della giornata, ridere e scherzare durante le serate in casa. Al mattino i miei genitori sono diventati i miei insegnanti e mia sorella è diventata come una compagna di classe. Assieme abbiamo riscoperto i loro giochi, quelli che facevano da bambini e non avevano mai tempo di insegnarmi,
abbiamo imparato a divertirci con poco ed abbiamo scoperto tanti angoli segreti della nostra casa. Io sono una bambina fortunata perché attorno a casa ho molto parco in cui potermi muovere e giocare, ed anche questo l'ho apprezzato di più in questi giorni. insomma, questa quarantena mi sta' insegnando ad apprezzare le
cose semplici, a godermi i miei genitori e a ringraziare per le cose che ho. Non lo avrei mai detto, ma oltre ai miei compagni, mi manca tanto anche la scuola. Per questo spero di tornarci presto, arricchita da questa esperienza e con tanta voglia di imparare!
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*attività condotta in Didattica a Distanza su piattaforma Gsuite
**Dirigente Scolastico: Maria Teresa Luongo
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