Il tema centrale è stato il “paesaggio”, inteso non solo come ciò che vediamo fuori ma come un elemento che ci avvolge, sia esternamente che internamente. Ogni paesaggio, con le sue sfumature, può diventare una metafora dell’interiorità: il luogo che abitiamo non solo modella il nostro sguardo, ma lascia un’impronta sul nostro mondo interiore. Così, durante la serata, i partecipanti hanno aperto questi “paesaggi interiori” agli altri, creando una connessione autentica, fatta di ascolto, empatia e assenza di giudizio.
Per i bambini, la presenza dei genitori è stata fonte di gioia: il privilegio di vivere un’esperienza scolastica in modo condiviso e intimo. Gli alunni, infatti, praticano con costanza la scrittura autobiografica dall’inizio della scuola primaria, mentre per i loro genitori è stata la prima esperienza.
Il laboratorio ha trasformato il tempo in un fluire senza cronologia, uno spazio dilatato che, in poco più di un’ora, ha dato l’impressione di essere un lungo viaggio fatto insieme.
Un’esperienza che ci ricorda il potere della scrittura autobiografica: portare alla luce ciò che custodiamo dentro e creare legami profondi grazie alla parola condivisa.
Astrid Valeck