(Astrid Valeck)
Il tempo è l’unica cosa
che nessuno,
nemmeno una persona
riconoscente,
ci può restituire.
Seneca
ci può restituire.
Seneca
Sono
convinta che riflettere su di sé, recuperare il proprio passato,
scrivere la propria storia esistenziale siano un modo per decelerare
e entrare in risonanza con quanto ci circonda, recuperando le
relazioni che intercorrono tra noi e il mondo, tra noi e gli altri.
La
mano che scrive – per quanto il gesto grafico possa essere rapido –
chiede un movimento che costringe il pensiero a sostare, in attesa
che l’inchiostro prenda forma sulla carta.
In questa sospensione, che apre
inevitabilmente alla riflessione, si realizza quello che Mezirow
definisce apprendimento trasformativo (2016): un processo che ci
permette di rileggere in modo metariflessivo le nostre esperienze e
ripensare i presupposti con cui interpretiamo la realtà. Di fatto ci
apre a nuove prospettive di senso.
L’autobiografia, secondo
questa chiave interpretativa, rappresenta uno strumento privilegiato
per attivare cambiamenti profondi nel modo di vedere sé stessi e il
mondo.
per proseguire la lettura
https://drive.google.com/file/d/1gDkZSBeUnmisi6Em_frP2ViiOYYmZWDe/view?usp=sharing

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