Da Occidente
a Oriente
passando per Anghiari
Siamo storia e siamo la nostra storia nella
Storia (…)
Siamo
tempo e l’esperienza reale del tempo la si ha attraverso la memoria
Salvatore Natoli
Loretta Buda
Recarsi ad Anghiari per partecipare al festival
e fermarsi solo quattro ore è veramente poco, ma era quanto potevamo concederci, io , Astrid
ed Ermes . Insieme abbiamo trascorso la mattina accomodati nella penombra del teatro ad ascoltare storie che ,
come in un gioco di matrioske , si inserivano una nell’altra fino a completarsi
in un grande racconto capace di preservarle e contenerle tutte. Come sempre, il solo fatto di essere ad
Anghiari si è connotato come una gradevole
occasione, ma seguire la presentazione di volumi, ascoltare la restituzione di
progetti hanno reso l’esperienza intensa e coinvolgente.
Curo rapidamente gli appunti e li
condivido per non perdere quel racconto corale che , nel suo andirivieni , fra
due età estreme ( vecchia e infanzia), è
andato “oltre” fermandosi anche “in orti
e giardini”[1] ; una
sosta per ricordarci che anche i luoghi sono evocativi e che l’autobiografia ritrova l’essenza e la sacralità di ogni territorio .
Si è parlato di vecchi , di strutture
sanitarie e/o protette, se ne è sottolineata la necessità ma anche il disagio che l’abitarci
genera negli ospiti .[2]
Dalle parole dei relatori è emerso un rinnovato
bisogno di memoria, un bisogno che, a livello individuale, potrà appagarsi solo continuando a raccontare
e scrivere di sé per riabilitare la propria vicenda umana. Noi
siamo la nostra memoria , afferma
sempre Natoli, e il contenuto della nostra memoria è esperienza di racconti e relazioni.
Non è facile invecchiare, soprattutto non è
facile farlo con garbo e accettarsi nei
limiti che l’età impone; oltre a non essere facile diventa anche doloroso quando la vecchiaia si
vive in solitudine, afflitti dal desiderio inappagato di ritorno. Nostos, tornare
ad abitare la propria casa , corrispondere nuovamente alla
quotidianità precedente, rivivere
affetti e tornare ad immaginare un futuro.
Ancora una volta la scrittura ha svolto una funzione terapeutica caratterizzandosi come l’antidoto per far fronte al senso di emarginazione che
coglie soprattutto gli ospiti delle strutture . Gli
operatori delle case di riposo hanno sottolineato
la dedizione adottata per dare dignità alle storie e per offrire gli
strumenti idonei perché” i giovani di un altro tempo” parlassero . Molti vecchi sono reduci da un’educazione fondata
sul pudore e sulla parsimonia delle parole per cui, in questo, come in altri
casi, è stato necessario dare voce a quelle
persone che credevano di non aver nulla da dire e prestare parole a coloro che non le ritrovavano
più.
“Abbandonarsi” è il titolo del progetto fotografico-narrativo fatto di memorie e relazioni tra ospiti e
personale sanitario di alcune R.S.A sul tema dell’abbandono. Gli oggetti
fotografati , (definiti : EX VOTO di una
EX VITA), hanno allestito dimore
autobiografiche e le immagini sono diventate pretesti narrativi. Le storie
degli anziani e degli operatori sono state raccolte e trascritte per
ricomporre frammenti di vita . Mi piace
pensare ad un “abbandonarsi” che lasci l’ accezione di arrendevolezza e di rinuncia per vestire la duplice
veste di abbandono e dono . AbbanDonarsi, affidarsi alle persone ,accogliere,
vicendevolmente , il dono della loro presenza e del ricordare insieme. Ricordare insieme per intrecciare
cura e ricomporre “la vita” .
L’ultima parte della mattina è stata dedicata
alle “Scritture bambine” I relatori hanno
sottolineato quanto i bambini siano capaci
di memoria e come la narrazione d di sé possa diventare un’ occasione
per costruire un’immagine personale sempre più consapevole.
L’ autobiografia diventa un vero e proprio
strumento didattico, sia come genere
narrativo, sia come occasione per lo
sviluppo cognitivo. Nei laboratori autobiografici
i “piccoli partecipanti sono stati
condotti a riflettere su sé e l'altro,
con l'obiettivo di amplificare le possibilità di incontro e di valorizzazione
di ognuno, nell'ottica che l'inclusione all'educazione in contesti multiculturali
e plurilingue comincia dai più piccoli”. Le attività hanno previsto
incontri con i genitori in tempi a loro
dedicati alla conoscenza tra scuola e
famiglia.
Per esperienza personale ribadisco che far vivere
agli alunni esperienze autobiografiche ci permette di creare nuovi rapporti tra
identità personale e collettiva. L’identità è un evento relazionale che si
qualifica attraverso la riflessione e la comunicazione di esperienze
significative vissute o immaginate. Come afferma D.Demetrio "(...) è la
scuola il luogo della "lungimiranza pedagogica" dove si dovrebbero
attuare quelle pratiche della memoria che sollecitano autoriflessione,
introspezione e una cultura della memoria che si traduce anche in cultura della
relazionalità e della storia”. [3]
Nati per scrivere è un progetto della LU.A, pensato
in collaborazione con l'Associazione Italiana Biblioteche, la cui fase
sperimentale si è sviluppata all'interno della programmazione delle attività
proposte dalle Biblioteche in rete con altre agenzie educative e culturali. La biblioteca
è un luogo che e accoglie e restituisce
“mondi e ci permette, come è accaduto ad Anghiari, di divagare
da Occidente a Oriente. Occidente , là dove il sole tramonta e il
vecchio fissa il suo ultimo orizzonte , Oriente dove
il sole sorge e la vita esubera
Come pensiero conclusivo e sempre “divagante”,
mi piace immaginare una biblioteca che si proponga come luogo privilegiato nel quale
una comunità possa raccontarsi e intrecciare alleanze generazionali . Uno spazio
dove i bambini, protagonisti di un futuro che
si libera, possano sperimentare la distanza e la continuità con
la propria memoria e i vecchi, gravati
da un futuro che si comprime, possano riacquistare il gusto per la vita .
[1] “Oltre
il libro, un orto, un giardino “
“ Giardino Sicano. Bivona come metafora”
[2] AbbanDonarsi
: percorso fotografico – narrativo.
Nelle pratiche : i vecchi raccontano.
“un m’addolgo di nulla “
Noi giovani di un altro tempo.
[3]Duccio
Demetrio, Ricordare a scuola.
Fare memoria e didattica autobiografica, GLF editori
Laterza, Roma
Anno: 2003
Anno: 2003
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