All'interno
del volume “DA E VERSO MELDOLA. Memorie di vita e di migrazione al
femminile” trova spazio la storia di Mihaela Chiriac Păun.
Mihaela
è una delle prime donne che ha accettato di raccontare di sé.
A
Meldola è conosciuta come Michela. Anche io l'ho sempre chiamata
così e sapere che il suo nome è un altro e si pronuncia in modo
differente da come l'ho sempre chiamata, mi ha sorpresa non poco.
Il
nome è sede dell'identità, ci rappresenta ed è custode della
nostra memoria.
Cambiare
identità cosa comporta?
È
un modo per distanziarsi dal proprio Paese e sentirsi più simili
alle persone del Paese ospitante? Sentirsi accettati?
Rappresenta
un nuovo inizio o nega le radici, l'appartenenza, la competenza, il
sapere lasciando chi ha avuto un nuovo nome privo della propria
essenza più profonda?
La
Mihaela romena era sarta professionista e maestra nel controllo della
qualità.
E
la Michela italiana?
È
da queste considerazioni che ha avuto inizio la nostra reciproca
conoscenza portandoci sui sentieri dell'accoglienza, della
migrazione, del cambiamento, passando dall'infanzia nella Romania di
Ceauşescu
all'amore per l'Italia.
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La Voce di Romagna, 13/11/13 |
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