Andar per storie...a Meldola
Astrid Valeck e Ermes Fuzzi
Andar per storie...
evoca l'immagine del viandante che si muove tra una narrazione e l'altra. Come
possiamo definire il luogo in cui viviamo, se non attraverso le parole che lo
raccontano?
Andar per storie...
evoca anche l'immagine del cantastorie che accompagna il viandante e ne narra
il viaggio di esplorazione e di conoscenza proprio attraverso le tante storie
incontrate. I cantastorie erano viandanti e forse sono stati loro i primi
biografi.
Andar per storie...a Meldola,
come altrove, significa creare occasioni per stringere relazioni. Non solo tra
chi narra e chi scrive, ma anche tra chi ascolta e le storie narrate. Storie in
cui ritrovare un poco di se stessi e un motivo per avvicinarsi agli altri.
Tessere i fili della memoria ha una valenza del tutto particolare nella nostra
cittadina. Un luogo, questo, dove si produceva, in un tempo non molto lontano,
una seta nota in tutto il mondo e che ci legava commercialmente e culturalmente
con tanti luoghi. Quei fili di seta hanno rappresentato a lungo la nostra
identità, ci distinguevano. C'è un baco censito come “baco Meldola”
riconosciuto tra le specie di pregio.
Poi
i fili di seta sono stati sostituiti dai fili sintetici come al “genius loci” -
lo spirito del luogo - si è sostituito uno spirito sconosciuto e livellante che
sovrasta e rende quasi tutto uguale a tutto.
È
arrivato il momento di ritrovare il filo, di dipanarlo e snodarlo con cura e
attenzione. Di questo filo ideale abbiamo trovato il “capo”, l'inizio da cui
via via sciogliere la forma del bozzolo. Il nostro filo è quello dei ricordi,
della memoria individuale che forma quella collettiva.
La
metodologia utilizzata è quella dell'intervista narrativa in cui la narrazione
viene condivisa tra narratore e biografo, è negoziata, rivista con l'accordo di
entrambe le parti restando, tuttavia, di “esclusiva proprietà” di ogni
narratore.
Dai
racconti di chi si è prestato a narrare della propria storia di vita, delle
passioni, della famiglia sono emersi spaccati della storia locale che vanno ad
ampliare e approfondire le ricerche storiche classiche con la peculiarità che
solo l'intervista narrativa riesce ad evidenziare.
È
partendo dal vissuto personale che si manifestano i punti di vista, i valori, i
progetti, le scelte che guidano le persone.
Ognuna
delle persone che si è lasciata intervistare ha mostrato coraggio nell'esporsi
in prima persona, nel mostrare la propria intimità, nel parlare delle proprie
paure, nel tornare a ricordi difficili e dolorosi, nell'aprirsi allo sguardo
degli altri. Hanno permesso a tutti di conoscere i valori che li guidano, le
scelte che la vita a volte ha imposto, i momenti di felicità, il coraggio di
cambiare e sapere quando è ora di fermarsi. Hanno mostrato la capacità di
sorprendersi e riconoscere di essere stati fortunati, di saper progettare il
futuro, di mostrare gratitudine verso i propri mèntori. Hanno saputo esprimere
sentimenti di amicizia, d'amore per la propria famiglia, per la professione,
per l'impegno civile.
Tutti
i narratori danno modo di comprendere meglio cosa significhi la scrittura ogni
volta che essa si prende la responsabilità di rivitalizzare chi non è con noi
sia esso lontano o scomparso. Leggendo
le pagine che raccontano le storie di tante persone possiamo davvero tentare di
comprendere meglio il luogo in cui viviamo e forse vedere o intravedere quanto
ci accomuna a loro e sentire di appartenere a un gruppo che ha necessità di
raccontarsi. Leggendo le storie di tante persone, forse, sarà più semplice
ritrovare il filo perduto della seta come simbolo della nostra memoria. Infine
il filo della nostra identità.
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