domenica 15 aprile 2018

Andar per storie...a Meldola di ASTRID VALECK e ERMES FUZZI

Andar per storie...a Meldola

Astrid  Valeck e Ermes Fuzzi 



Andar per storie... evoca l'immagine del viandante che si muove tra una narrazione e l'altra. Come possiamo definire il luogo in cui viviamo, se non attraverso le parole che lo raccontano?
Andar per storie... evoca anche l'immagine del cantastorie che accompagna il viandante e ne narra il viaggio di esplorazione e di conoscenza proprio attraverso le tante storie incontrate. I cantastorie erano viandanti e forse sono stati loro i primi biografi.
Andar per storie...a Meldola, come altrove, significa creare occasioni per stringere relazioni. Non solo tra chi narra e chi scrive, ma anche tra chi ascolta e le storie narrate. Storie in cui ritrovare un poco di se stessi e un motivo per avvicinarsi agli altri. Tessere i fili della memoria ha una valenza del tutto particolare nella nostra cittadina. Un luogo, questo, dove si produceva, in un tempo non molto lontano, una seta nota in tutto il mondo e che ci legava commercialmente e culturalmente con tanti luoghi. Quei fili di seta hanno rappresentato a lungo la nostra identità, ci distinguevano. C'è un baco censito come “baco Meldola” riconosciuto tra le specie di pregio.
Poi i fili di seta sono stati sostituiti dai fili sintetici come al “genius loci” - lo spirito del luogo - si è sostituito uno spirito sconosciuto e livellante che sovrasta e rende quasi tutto uguale a tutto. 
È arrivato il momento di ritrovare il filo, di dipanarlo e snodarlo con cura e attenzione. Di questo filo ideale abbiamo trovato il “capo”, l'inizio da cui via via sciogliere la forma del bozzolo. Il nostro filo è quello dei ricordi, della memoria individuale che forma quella collettiva.
La metodologia utilizzata è quella dell'intervista narrativa in cui la narrazione viene condivisa tra narratore e biografo, è negoziata, rivista con l'accordo di entrambe le parti restando, tuttavia, di “esclusiva proprietà” di ogni narratore.
Dai racconti di chi si è prestato a narrare della propria storia di vita, delle passioni, della famiglia sono emersi spaccati della storia locale che vanno ad ampliare e approfondire le ricerche storiche classiche con la peculiarità che solo l'intervista narrativa riesce ad evidenziare.
È partendo dal vissuto personale che si manifestano i punti di vista, i valori, i progetti, le scelte che guidano le persone.
Ognuna delle persone che si è lasciata intervistare ha mostrato coraggio nell'esporsi in prima persona, nel mostrare la propria intimità, nel parlare delle proprie paure, nel tornare a ricordi difficili e dolorosi, nell'aprirsi allo sguardo degli altri. Hanno permesso a tutti di conoscere i valori che li guidano, le scelte che la vita a volte ha imposto, i momenti di felicità, il coraggio di cambiare e sapere quando è ora di fermarsi. Hanno mostrato la capacità di sorprendersi e riconoscere di essere stati fortunati, di saper progettare il futuro, di mostrare gratitudine verso i propri mèntori. Hanno saputo esprimere sentimenti di amicizia, d'amore per la propria famiglia, per la professione, per l'impegno civile.
Tutti i narratori danno modo di comprendere meglio cosa significhi la scrittura ogni volta che essa si prende la responsabilità di rivitalizzare chi non è con noi sia esso lontano o scomparso.  Leggendo le pagine che raccontano le storie di tante persone possiamo davvero tentare di comprendere meglio il luogo in cui viviamo e forse vedere o intravedere quanto ci accomuna a loro e sentire di appartenere a un gruppo che ha necessità di raccontarsi. Leggendo le storie di tante persone, forse, sarà più semplice ritrovare il filo perduto della seta come simbolo della nostra memoria. Infine il filo della nostra identità.


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