Pranzo d’autrice
Loretta Buda
Vorrei chiedere ai commensali e alle commensali che ieri hanno
condiviso il pranzo sociale organizzato da Parolefatteamano, quanti
di loro abbiano ricordato il fastoso convivio de “Il pranzo di
Babette”, dove la squisitezza del cibo e la dovizia delle portate
scosse, a fine 800, gli animi di contratti puritani. Personalmente,
mentre le portate si susseguivano sorprendenti, abbondanti e
gustosissime, rivedevo le scene del film. Tornata a casa ancora con
il gusto della panna cotta che si assemblava al sapore della frutta
ho cercato il libro Pranzi d’autore”, di Oretta Bongarzoni.
La
pubblicazione, una recente riedizione di MINIMUMFAX, non è un
prontuario di ricette; i piatti descritti sono stati recuperati
dentro i grandi classici della letteratura, una ricerca precisa e
appassionata nella cultura letteraria alla scoperta di piatti “che
fanno da “contorno” a grandi libri e grandi personaggi.” Dall’introduzione
trascrivo una citazione di J. Conrad:
<<La buona cucina è un agente morale. Per buona cucina intendo la coscienziosa preparazione del semplice cibo della vita quotidiana». Esiste, nelle ricette, soprattutto in quelle di una volta, un modo impreciso di fornire le dosi, riassunto nella formula quanto basta. Sale, quanto basta. Olio, quanto basta. Farina, quanto basta; e via discorrendo. (...) Quanto basta è insomma il punto d'incontro e di equilibrio fra l'azzardo e il limite; la capacità di trovarlo è la qualità richiesta a chi cucina, e in esso c'è probabilmente anche il segreto della cucina come linguaggio e come forma di cultura.>>
Tornando al titolo del libro posso affermare che ieri , da Graziella, abbiamo partecipato ad un pranzo “d’autrice”, purtroppo non siamo riusciti a fermarci al “q.b.” (quanto basta); abbiamo trasceso ogni limite apprezzando e gustando ciascuna pietanza a conferma che la buona cucina è un agente morale e che il nostro essere insieme aveva uno scopo unico e inequivocabile: quello di accrescere la felicità di trovarci vicini in una gioiosa e generosa convivialità.
Un assaggio del libro....
“A un capo del tavolo troneggiava un’oca grassa e dorata e dall’altro, sopra un letto di prezzemolo un enorme prosciutto libero di cotenna e debitamente cosparso di pane grattugiato con accanto un bel tocco di manzo arrosto alle spezie.”1
<<La buona cucina è un agente morale. Per buona cucina intendo la coscienziosa preparazione del semplice cibo della vita quotidiana». Esiste, nelle ricette, soprattutto in quelle di una volta, un modo impreciso di fornire le dosi, riassunto nella formula quanto basta. Sale, quanto basta. Olio, quanto basta. Farina, quanto basta; e via discorrendo. (...) Quanto basta è insomma il punto d'incontro e di equilibrio fra l'azzardo e il limite; la capacità di trovarlo è la qualità richiesta a chi cucina, e in esso c'è probabilmente anche il segreto della cucina come linguaggio e come forma di cultura.>>
Tornando al titolo del libro posso affermare che ieri , da Graziella, abbiamo partecipato ad un pranzo “d’autrice”, purtroppo non siamo riusciti a fermarci al “q.b.” (quanto basta); abbiamo trasceso ogni limite apprezzando e gustando ciascuna pietanza a conferma che la buona cucina è un agente morale e che il nostro essere insieme aveva uno scopo unico e inequivocabile: quello di accrescere la felicità di trovarci vicini in una gioiosa e generosa convivialità.
Un assaggio del libro....
“A un capo del tavolo troneggiava un’oca grassa e dorata e dall’altro, sopra un letto di prezzemolo un enorme prosciutto libero di cotenna e debitamente cosparso di pane grattugiato con accanto un bel tocco di manzo arrosto alle spezie.”1
1 Oretta Bangorzoni ,Pranzi d’autore, Minimum Fax
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