"Quest’anno
abbiamo pensato di ricordare la liberazione dell’Italia
dall’occupazione nazi fascista con due iniziative dedicate alle
donne che tanta parte hanno avuto nella Resistenza. Purtroppo il
contributo delle donne non sempre è stato considerato come
essenziale, a partire dal 25 aprile 1945, quando i Partigiani
impedirono alle donne di sfilare nel corteo di Milano. Fu
grave non riconoscere l’operato delle donne che pur per mesi
avevano combattuto e sofferto al loro fianco. Le
donne che hanno partecipato alla Resistenza hanno dimostrato grande
coraggio sia nell’affrontare rischi anche superiori a quelli degli
uomini, sia nella sfida ai pregiudizi dell’opinione pubblica che
spesso giudicava sconveniente la loro partecipazione. Gli
uomini partecipavano ad azioni di guerriglia in gruppo, le donne
spesso da sole, rischiando la vita, le torture e anche la violenza
carnale. Instancabili viaggiavano in sella alle loro biciclette
trasportando viveri, armi, messaggi e informazioni indispensabili per
la lotta partigiana.
Oggi
presentiamo il libro “SEBBEN CHE SIAMO DONNE”, raccolta di
testimonianze a cura di Grazia Cattabriga e Rosalba Navarra e “LE
RAGAZZE DI VIA DELLA RIPA” a cura di Gianfranco Miro Gori. Le
testimonianze di trenta Partigiane sono state raccolte e pubblicate
nel 2007 nel libro “Sebben che siamo donne” che è andato a
esaurimento. Nel
2021 si è pensato di pubblicare un libro che nella prima parte
riporta le 30 testimonianze del libro precedente e nella seconda
parte gli atti dell’incontro studio che si è svolto a Forlì nel
marzo del 2021 su Le ribelli di via della Ripa.
L’episodio
di via della Ripa ebbe origine dalla uccisione, il 24 marzo 1944,
presso la caserma “Ferdinando di Savoia”, dopo un processo
sommario, di cinque giovani presunti renitenti alla leva. Alla
notizia della condanna a morte di altri dieci giovani si formò un
lungo corteo di maestranze delle fabbriche cittadine, in maggioranza
donne, che proclamarono uno sciopero di due giorni, sia per
protestare per la morte dei cinque giovani, sia per chiedere di
salvare i dieci in carcere. A seguito di questo sciopero venne
sospesa la fucilazione dei dieci giovani, per cui la pena di morte fu
commutata in detenzione in campi di lavoro in Germania.
Furono
molto attive nella manifestazione alcune delle donne intervistate nel
libro, fra cui Ida Valbonesi, Tonina Laghi, Liliana Vasumini. Sempre
nella giornata del 25 aprile viene inaugurata la mostra fotografica
“OCCHI CHE HANNO VISTO” , un progetto ANPI per custodire gli
sguardi della resistenza al femminile. Le
fotografie sono opera di Nicola Fracchiolla e Andrea Bardi. Nei
volti delle Partigiane riprese nelle foto si vede la forza degli
ideali per cui hanno vissuto e continuano a vivere.
Sono
presenti due delle protagoniste del periodo glorioso della storia del
nostro paese le Partigiane IDA VALBONESI, attualmente residente a
Meldola, e NARA LOTTI, residente a Santa Sofia. Siamo
onorati di averle con noi e le ringraziamo con calore per la loro
generosa testimonianza.
Nella nostra Meldola 34 donne hanno partecipato alla Resistenza (come risulta dall’elenco compilato dal prof. Casali dell’Università di Bologna sulla base dei dati contenuti nelle schede conservate nella sede dell’Anpi provinciale e reperibile in Internet, digitando università di Bologna Partigiani di Forlì) . Le interviste di due delle nostre concittadine (Elsa Tonina Corbara e Dina Giusti) sono riportate nel libro “Sebben che siamo donne” e saranno lette dai giovani del Consiglio Comunale dei ragazzi. Nell’elenco delle partigiane compare anche ARIELLA FARNETI, che fu eletta nel primo Consiglio Comunale del dopoguerra (1946) insieme con un’altra donna meldolese NIVES MAKUZ. Ariella nel 1950 fu una dei primi Sindaci donna in Italia e fu poi eletta in senato nel 1963. Sei delle donne rappresentate nelle foto della mostra sono state intervistate da Gad Lerner nell’ambito del progetto “Noi Partigiani memoriale della Resistenza” (si possono ascoltare e vedere in internet). Si tratta di IDA VALBONESI , NARA LOTTI, NORA NANNI, TONINA LAGHI, AMALIA GEMINIANI, FERNANDA MISSIROLI. Le Partigiane nei loro racconti ribadiscono che la loro fu una scelta di vita fatta in età giovanile (alcune anche ancora bambine) e portata avanti con coraggio, senza nessun pentimento. Poche di loro hanno imbracciato le armi, ma le hanno trasportate nella borsa della spesa in mezzo a viveri e farmaci, fornendo un contributo fondamentale alla vittoria sul nazi-fascismo e alla conquista della libertà per noi tutti. I loro racconti sono emozionanti, sembra di vivere con loro l’ansia e la paura di incontrare fascisti o tedeschi mentre compivano con coraggio azioni rischiose o si prendevano cura di compagni feriti. Molte di loro avevano fratelli partigiani e avevano il sostegno anche della famiglia, in particolare delle madri che si prestavano a supportare in ogni modo i giovani impegnati nella lotta.
In questa giornata di festa vogliamo ricordarle e onorarle e ringraziamo ancora con calore Idina e Nara per la loro generosa presenza".
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