C'è un grande vuoto che intercorre tra il 5 giugno e il 28 luglio.
Un vuoto di narrazioni, non certo di eventi.
Cerco di rimediare in parte questa sera e in parte i prossimi giorni.
Un evento di cui non ho raccontato nulla è la chiusura del laboratorio per Biografi Volontari che si è svolta pubblicamente in biblioteca con la presentazione della ricerca sul lavoro. La seconda in poco più di un anno e mezzo.
Per farlo prendo a prestito le parole di Loretta Buda che era con noi quel sabato mattina e, rientrata a casa, mi ha scritto...
Carissimi
come
sempre vi ringrazio per avermi permesso di partecipare al vostro
evento. Anche questa volta siete riusciti a creare un contesto di
alto spessore culturale. Ripensando alle narrazioni ancora mi
commuovo. Fra i volti dei vostri testimoni emerge anche quello mia
nonna e la sento dire, con un cipiglio esasperato da un dolore che
cercava di addomesticare: “De
guai un s’ mòr!”
Che
non si muoia di dolore lo hanno confermato i vostri amici/amiche che
nelle loro vite “tribolate” avevano stabilito confidenza col
dolore, e in questa convivenza hanno capito che lamentarsi non serve,
che era necessario trasformare la sofferenza: convertirla in forza;
una forza che ha supportato i loro progetti di vita rendendo ogni
soggetto un capolavoro “di vita”. Con i loro ricordi, che voi da
veri artigiani della parola, avete restituito in emozionanti
narrazioni, hanno riattualizzato una memoria collettiva, che si
estende ben oltre al vostro territorio. Non possiamo e non dobbiamo
dimenticare che sono queste le persone che hanno contribuito a
risollevare l’Italia da un dopoguerra disastroso. Per non cedere al
confronto con la disastrata e insipiente contemporaneità vi lascio
con un pensiero dedicato a Teresina che ha saputo preservare il suo
passato dalla dimenticanza coltivando la memoria come un giardino di
cui essere orgogliosi.
Un
grande abbraccio
Loretta
Nella foto: Teresina Zuccherelli
La copertina del 2°libro sul lavoro |
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