... e la festa?
...Dov 'è la festa?
Non so come iniziare; non vorrei ricordare
la pandemia ma non posso esimermi dal farlo.
Devo nominare quel virus che cancella i santi dal calendario, oltraggia il genere umano e stermina proprio quella generazione che, ancora
bambina, si era asciugata le lacrime dopo il '45: la generazione di coloro che hanno risollevato
l’Italia.
Come scrive Scurati sul “Corriere della
sera ” Si erano
affacciati alla vita sotto l’oppressione di Hitler e di Mussolini e la hanno
lasciata sotto il segno di un acronimo impersonale, il Sars-CoV-2. Furono
battezzati con il fuoco di un mondo in fiamme e moriranno senza l’estrema
unzione in una desolata, asettica corsia d’ospedale”.
Altro non voglio aggiungere, non saprei
cosa dire! Tutto sembra già detto e ripetuto: i riti cancellati, le lezioni a
distanza, le festività annullate, i distanziamenti, le chiese deserte, i negozi chiusi, le strade
silenziose , le piazze vuote.
Fra due giorni, il 25 aprile, le piazze saranno ancora vuote.
Quella delle Liberazione è una ricorrenza che,anno dopo anno, ci ha offerto
la possibilità di ritrovare una memoria supportata dal concetto di libertà e ci ha permesso di festeggiare la data di nascita della
nostra democrazia. Una memoria capace di unire i contributi e i sacrifici di
tutti gli uomini e di tutte le donne che con la loro determinazione hanno
permesso queste conquiste.
Piazze e strade che, nel 1945 furono
scenario e cassa di risonanza di una gioia dilagante, quest’anno saranno deserte
. Per celebrare il 75^ anniversario
della Liberazione saranno allestite
grandi piazze virtuali , così il virus non ci contagerà, ma non potremo
sperimentare il piacere di vivere o assistere al chiassoso e gioioso
assembramento che ha sempre animato i parchi, le piazze e i teatri. Mi sembra assurdo pensare alla “festa” senza le
celebrazioni o gli eventi culturali che ricordano l’impegno dei partigiani, dei soldati e della popolazione civile , purtroppo
quest’anno “i pensieri” sono altri ma il
ricordo, la memoria non saranno cancellati da tutto questo.
Per celebrare questa ricorrenza ho scelto una poesia di
Pietro Calamandrei, uno dei nomi simbolo della Resistenza oltre che uno dei
padri della nostra Costituzione.
25 aprile 1945
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
Più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.
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