mercoledì 22 aprile 2020

.... e la festa? Dov 'è la festa?







            ... e la festa? 
                          ...Dov 'è la festa? 










Non so come iniziare; non vorrei ricordare la pandemia ma non posso esimermi dal farlo.
Devo nominare quel  virus   che cancella i santi dal calendario,  oltraggia il genere umano e stermina   proprio quella generazione che, ancora bambina, si era asciugata le lacrime dopo il '45: la generazione di coloro che hanno risollevato l’Italia.
Come scrive Scurati sul “Corriere della sera ”   Si erano affacciati alla vita sotto l’oppressione di Hitler e di Mussolini e la hanno lasciata sotto il segno di un acronimo impersonale, il Sars-CoV-2. Furono battezzati con il fuoco di un mondo in fiamme e moriranno senza l’estrema unzione in una desolata, asettica corsia d’ospedale”. 
 Altro non voglio aggiungere, non saprei cosa dire! Tutto sembra già detto e ripetuto: i riti cancellati, le lezioni a distanza, le festività annullate, i distanziamenti,  le chiese deserte, i negozi chiusi, le strade silenziose ,  le piazze vuote.
Fra due giorni, il 25 aprile, le piazze saranno ancora vuote. Quella delle Liberazione è una ricorrenza  che,anno  dopo anno, ci ha offerto la possibilità di ritrovare una memoria supportata dal concetto di libertà  e ci ha permesso  di festeggiare la data di nascita della nostra democrazia. Una memoria capace di unire i contributi e i sacrifici di tutti gli uomini e di tutte le donne che con la loro determinazione hanno permesso queste conquiste.  
Piazze e strade che, nel 1945  furono   scenario e   cassa di risonanza  di una gioia dilagante, quest’anno saranno deserte . Per celebrare  il 75^ anniversario della Liberazione   saranno allestite grandi piazze virtuali , così il virus non ci contagerà, ma non potremo sperimentare il piacere di vivere o assistere al chiassoso e gioioso assembramento che ha sempre animato i parchi, le piazze e i teatri.    Mi sembra assurdo pensare alla “festa” senza le celebrazioni o gli eventi culturali   che ricordano l’impegno  dei partigiani,  dei soldati e della popolazione civile , purtroppo quest’anno “i pensieri”  sono altri ma il ricordo, la memoria non saranno  cancellati da tutto questo.
Per celebrare questa ricorrenza ho scelto una poesia di Pietro Calamandrei, uno dei nomi simbolo della Resistenza oltre che uno dei padri della nostra   Costituzione.
  


25 aprile 1945


Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.



Ma soltanto col silenzio del torturati
Più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.



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