lunedì 7 marzo 2022

8 marzo 2022

 





Dal quotidiano  di oggi . 


(...) Le donne ucraine partoriscono nella pancia della terra, come Kateryna Suharokova nel bunker dell’ospedale di Mariupol. I bambini nascono e si ostineranno a farlo in qualunque condizione perché «la vita continua», come scrive Wislawa Szymborska, e «Dove non è rimasta pietra su pietra, / c’è un carretto di gelati». Ma come farla continuare, la vita, dipende da noi: è una nostra scelta.

La memoria persa

Le donne raramente hanno potuto scegliere. Nei manuali di storia del liceo chi ha deciso, comandato, depredato e manovrato armi è stato, in schiacciante maggioranza, uomo. Maschili i nomi rimasti, i monumenti dedicati. La memoria delle donne violentate, uccise, spartite, e dei loro figli si è spesso persa nello spazio bianco tra le righe. La Storia l’hanno fatta sempre sgobbando nelle retrovie, nelle fabbriche, nelle case, nei lazzaretti, nelle infermerie da campo, senza medaglie. È stato chiesto a noi di occuparci dei corpi e delle storie degli altri, di riparare i danni, di crescere i bambini, di accompagnare gli anziani, di curare i feriti, di portare il lutto, di stare sul crinale tra la vita e la morte e suturare in silenzio.

Però il mondo ha bisogno di noi, come noi abbiamo bisogno del mondo. (...)



Silvia Avallone. 

tps://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera/20220307/page/21






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