In punta di penna con Andrea Pari
Loretta Buda
Mi ricollego a questa espressione per ricordare che ,
venerdì 21 c.m., nell’Arena Hesperia di
Meldola, Andrea Pari ci racconterà
appunto quella fiaba iniziata, nel luogo
“dove la Rigossa ed il Rubicone si congiungono in una sola foce che sbocca
nell'Adriatico(...) dove non esistono case, né capanni. Solamente a brevi distanze crescono arditi, a
gruppi, i tamerici e le rubinie(...)
Come ogni fiaba
che si rispetti anche questa ha un
inizio che si perde nell’
“imperfetto tempo del C’ERA UNA VOLTA” e si conclude
con un lieto fine che offre “ alla
popolazione , avvertita con manifesti pubblici, l’opportunità di entrare
gratuitamente in possesso del terreno sito in località Due Bocche, al fine di
trasformare quel luogo marino inutilizzato, in colonia balneare ”. [1]
Il
“ vissero felici e contenti” dei protagonisti di questa storia coincise con la
loro capacità di disporsi in modo consapevole riguardo al benessere che si
preannunciava e che, per consolidarsi, richiedeva tenacia nella fatica e
abnegazione nel lavoro. I residenti delle Due Bocche seppero trasformare il passato da un “non
più” a un “non ancora” riuscendo ad armonizzare i disagi del prima con
l’entusiasmo del poi. “Infatti tutti i residenti del territorio
comunale percepirono chiaramente i vantaggi che poteva offrire un affermato
centro turistico in termini di guadagni(...) [2]
L'incontro con
l'autore sarà appunto l'occasione per
ascoltare la storia dei primi abitanti della foce del Rubicone. Un racconto
corale dove memoria individuale e memoria collettiva si intrecciano e,
nello stesso tempo, si differenziano; singole storie che si
sovrappongono, si intersecano restituendo l’immagine di un mondo che sembra
lontano e inaccessibile.
Andrea Pari inizierà a raccontare da quel “C’era una
volta” per giungere a quel lieto fine che oggi ha un
nome e un cognome: Gatteo a Mare .
Concludo esprimendo all'autore la
riconoscenza per essersi assunto
l’impegno di ritessere la vita di una comunità sottraendola alla “noncuranza degli immemori”.
Loretta Buda
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