Resta il fatto che il significato di una storia di vita è[..] sempre affidato alla biografia, ossia al racconto di un altro.
[A. Cavarero]
Il pubblico
....sembra di essere una grande famiglia...
...conosco quasi tutti, mi sento bene qui seduta ad ascoltare tra persone che sento in amicizia...
...ma questa è la storia di...sì, è lui!...
...e questo chi l'è?...Tu dici?...però...hai ragione l'è lui!!!...
...è come essere a "veglia" attorno al fuoco quando ero bambino...
I commenti sono appena sussurrati, quasi con il timore di disturbare.
Voci che si inseguono e si confrontano nel cercare di capire chi sia il protagonista della storia narrata, il cui nome sarà pronunciato solo al termine della lettura. C'è grande coinvolgimento ed energia tra le persone che affollano l'area dell'Arena Hesperia in questa calda sera di agosto. Le ferie sono iniziate, in molti sono partiti, in molti sono restati. La presentazione del libro “MËẐA
CÁPA AD LAVURADUR...e poco più. Memorie di lavoro di cittadini meldolesi” è una buona occasione per stare insieme.
C'è un folto pubblico, ma con la sensazione di trovarsi in famiglia: la gioia di rivedere persone che non si incontrano più da molto tempo o di trovare visi che mai si sarebbe creduto di rivedere, proprio come una grande famiglia che si ritrova per un'occasione speciale.
E in effetti è così.
Mentre la luna compie il suo viaggio e occhieggia quanto avviene nell'Arena, le voci dei lettori danno nuova vita alle gesta dei protagonisti: Maria Antonietta Arzu, Ermen Bertaccini, Germano Carloni, Maria Iolanda Casadei, Giuseppe Cardinale, Antonia Collinelli, Mario Conficoni, Maria Grazia Conti, Miro Coveri, Silverio Medri, Glauco Mercuriali, Ruggero Milandri, don Mauro Petrini, Piero tassinari, Teresina Zuccherelli.
Ognuno si risveglia eroe, e come Ulisse alla corte dei Feaci si sente narrare, mentre orecchie attente e partecipi seguono la sua Storia.