La globalizzazione ormai sta rendendo onore ad
Halloween trascurando la tradizione che
invece ci appartiene e che, a nostro avviso, dovremmo impegnarci a conservare e a tramandare. In breve ricordiamo che la parola "Halloween" deriva da Hallowed
Evening"," sera santa" e che quello che è conosciuto come
"Halloween "è una tradizione presente nella maggior parte delle
culture di tutto il mondo per onorare i defunti. Più diffusa in tutta Italia è
la credenza che i morti tornino nelle notti tra la fine di ottobre e l’inizio
di novembre. In Romagna , come in altre regioni, la mattina del 2 novembre le
donne e i bambini si alzavano più presto del solito e si allontanavano dalla casa
dopo aver rifatto i letti per bene, perché le povere anime del Purgatorio potessero entrare nel letto ancora tiepido e trovarvi riposo. Un’usanza più comune è quella di lasciare, prima di andare a letto, la tavola apparecchiata con i resti della
cena bene in vista a disposizione delle anime dei defunti, che torneranno a
farci visita.
La poesia di G. Pascoli ci
riconduce al tema della famiglia, delle tradizioni domestiche e al ricordo dei morti che ci offrono, grazie al ricordo, la
loro preziosa e irrinunciabile presenza.
Le
dicevano: - Bambina!
che
tu non lasci mai stesa,
dalla
sera alla mattina,
ma
porta dove l'hai presa,
la
tovaglia bianca, appena
ch'è
terminata la cena!
Bada,
che vengono i morti!
i
tristi, i pallidi morti!
Entrano,
ansimano muti.
Ognuno
è tanto mai stanco!
E
si fermano seduti
la
notte intorno a quel bianco.
Stanno
lì sino al domani,
col
capo tra le due mani,
senza
che nulla si senta,
sotto
la lampada spenta. -
E`
già grande la bambina:
la
casa regge, e lavora:
fa
il bucato e la cucina,
fa
tutto al modo d'allora.
Pensa
a tutto, ma non pensa
a
sparecchiare la mensa.
Lascia
che vengano i morti,
i
buoni, i poveri morti.
Oh!
la notte nera nera,
di
vento, d'acqua, di neve,
lascia
ch'entrino da sera,
col
loro anelito lieve;
che
alla mensa torno torno
riposino
fino a giorno,
cercando
fatti lontani
col
capo tra le due mani.
Dalla
sera alla mattina,
cercando
cose lontane,
stanno
fissi, a fronte china,
su
qualche bricia di pane,
e
volendo ricordare,
bevono
lagrime amare.
Oh!
non ricordano i morti,
i
cari, i cari suoi morti!
-
Pane, sì... pane si chiama,
che
noi spezzammo concordi:
ricordate?...
E` tela, a dama:
ce
n'era tanta: ricordi?...
Queste?...
Queste sono due,
come
le vostre e le tue,
due
nostre lagrime amare
cadute
nel ricordare! -
1 G. Pascoli, I Canti di Castelvecchio
potete fare la parafrasi ????
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