domenica 5 dicembre 2021

CIAO SERGIO !

 



CIAO SERGIO
 

 di  PAOLA   BORGHESI



Il Partigiano Sergio Giammarchi ci ha lasciato un patrimonio di ricordi indelebili, ha trasmesso a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo dei valori universali.

E’ andato nelle scuole a parlare ai giovani con pacatezza, energia, modestia, tenacia, per condividere i ricordi di una parte significativa della sua vita, per tramandare la sua esperienza ai ragazzi attenti e interessati  che ne faranno tesoro per non commettere più gli errori del passato.

Il suo impegno è iniziato nel dicembre 1943, quando non ancora diciottenne incontrò Adriano Casadei, che operava in sintonia con Silvio Corbari  all’organizzazione della Resistenza.



Sergio ricordava sempre con emozione un tragico episodio del marzo 1944 che rafforzò la sua volontà di prender parte alla lotta contro il nazifascismo: la barbara fucilazione da parte dei fascisti di cinque giovani di leva presso la caserma di via della Ripa e la successiva minaccia di fucilarne altri dieci. La fucilazione dei dieci giovani fu sventata da uno sciopero delle donne che lavoravano in molte fabbriche forlivesi.

Sergio andò in montagna  nell’aprile 1944 con l’amico Adriano Casadei per unirsi al Battaglione Corbari  che operava nella zona di Tredozio.

Raccontava la vita dura dei giovani combattenti a cui non mancava l’aiuto dei contadini (uno gli fece un paio di scarpe con la corteccia di un albero per sostituire le sue distrutte).

Raccontava con grande emozione della cattura e della atroce morte dei compagni di lotta ( Iris Versari, Adriano Casadei, Silvio Corbari e Arturo Spazzoli ), l’impiccagione di Corbari e di Casadei in piazza a Castrocaro e la successiva esposizione dei quattro corpi appesi ai lampioni di piazza Saffi a Forli a  scopo dimostrativo per la popolazione , che veniva costretta a passare per vedere questo macabro spettacolo.

Poneva sempre l’accento sull’amicizia che legava questi giovani, sulla generosità
di Casadei che già in salvo tornò sui suoi passi per aiutare Corbari che era caduto, pagando il suo gesto con la vita.

Dopo la morte dei quattro amici continuò a combattere sui monti per un paio di mesi e poi fu con altri portato a Roma dagli Inglesi  e ricoverato in ospedale per una infezione a una gamba.

Rientrò a Forlì dopo un viaggio avventuroso nel febbraio 1945, dove apprese la triste notizia della morte di una sorella col marito e i due figli nel bombardamento di Forlì del 10 dicembre 1944.

Quando raccontava questi fatti  e l’incontro con la madre si
emozionava profondamente suscitando la commozione  di tutti i presenti.

Concludeva il suo racconto invitando i giovani a lottare sempre per conservare la pace, la libertà e per difendere i valori della Costituzione.

 Ha partecipato a tutte le iniziative di memoria, anche nel mio paese , per cui lo ringrazio anche a nome degli amici e compagni della sezione Anpi di Meldola

 La  cerimonia di commiato al cimitero monumentale di Forlì si è svolta per sua espressa volontà di fronte al sacrario dei suoi quattro amici Partigiani, accompagnato dalle bandiere delle varie sezioni Anpi e alla presenza dei Sindaci di Forlì, Meldola e Santa Sofia, salutato dai Presidenti dell’Anpi provinciale e di Forlì. E’ iniziata  col suono del Silenzio e conclusa con il canto di “Bella ciao”

 

 




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