CIAO SERGIO
Il Partigiano Sergio Giammarchi ci ha lasciato
un patrimonio di ricordi indelebili, ha trasmesso a tutti quelli che hanno
avuto la fortuna di conoscerlo dei valori universali.
E’ andato nelle scuole a parlare ai giovani con
pacatezza, energia, modestia, tenacia, per condividere i ricordi di una parte
significativa della sua vita, per tramandare la sua esperienza ai ragazzi
attenti e interessati che ne faranno
tesoro per non commettere più gli errori del passato.
Il suo impegno è iniziato nel dicembre 1943, quando
non ancora diciottenne incontrò Adriano Casadei, che operava in sintonia con
Silvio Corbari all’organizzazione della
Resistenza.
Sergio andò in montagna nell’aprile 1944 con l’amico Adriano Casadei
per unirsi al Battaglione Corbari che
operava nella zona di Tredozio.
Raccontava la vita dura dei giovani combattenti
a cui non mancava l’aiuto dei contadini (uno gli fece un paio di scarpe con la
corteccia di un albero per sostituire le sue distrutte).
Poneva sempre l’accento sull’amicizia che
legava questi giovani, sulla generosità
di Casadei che già in salvo tornò sui
suoi passi per aiutare Corbari che era caduto, pagando il suo gesto con la
vita.
Rientrò a Forlì dopo un viaggio avventuroso nel
febbraio 1945, dove apprese la triste notizia della morte di una sorella col
marito e i due figli nel bombardamento di Forlì del 10 dicembre 1944.
Quando raccontava questi fatti e l’incontro con la madre si
emozionava profondamente
suscitando la commozione di tutti i
presenti.
Concludeva il suo racconto invitando i giovani
a lottare sempre per conservare la pace, la libertà e per difendere i valori
della Costituzione.
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