“Credo che abbia ragione De Robertis;
quando reclama per sè e per tutti noi il
diritto
fare della letteratura, malgrado la
guerra.”
da "L'ESAME DI COSCIENZA DI UN LETTERATO" di RENATO SERRA.
Sempre lo stesso ritornello: la guerra non cambia niente. Non migliora, non redime, non cancella; per sé sola. Non fa miracoli. Non paga i debiti, non lava i peccati. In questo mondo, che non conosce più la grazia. (…)
Il cuore dura fatica1 ad ammetterlo. Andare insieme. Uno dopo l'altro per i sentieri fra i monti, che odorano di ginestre e di menta; si sfila come formiche per la parete, e si sporge la testa alla fine di là dal crinale cauti, nel silenzio della mattina. O la sera per le grandi strade soffici, che la pesta dei piedi è innumerevole e sorda nel buio, e sopra c'è un filo di luna verdina lassù tra le piccole bianche vergini stelle d'aprile; e quando ci si ferma, si sente sul collo il soffio caldo della colonna che serra sotto. O le notti, di un sonno sepolto nella profondità del nero ciclo agghiacciato; e poi si sente tra il sonno il pianto fosco dell'alba, sottile come l'incrinatura di un cristallo; e su , che il giorno è già pallido. Così, marciare e fermarsi, riposare e sorgere, faticare e tacere, insieme; file e file di uomini, che seguono la stessa traccia, che calcano la stessa terra; cara terra, dura, solida, eterna; ferma sotto i nostri piedi, buona per i nostri corpi. (…)
Alcune
settimane fa in biblioteca la mia attenzione fu richiamata da un libro che non brillava certamente per vivacità grafica; la copertina caratterizzata
da uno scialbo color marrone e da una castigata riproduzione di Carlo Carrà, esibiva
, però, un titolo , a mio parere molto interessante : GLI INTELLETTUALI
E LA GRANDE
GUERRA .
La mia attenzione si soffermò sulle pagine
dedicate a Renato Serra che riportavano stralci dell’opera “L'Esame di
coscienza di un letterato”, scritta nel marzo del 1915.
Serra scrisse questa difesa della letteratura
quando era impegnato in quella guerra che dopo tre mesi lo avrebbe condotto alla morte. Al riguardo
dichiarò: “Credo che abbia
ragione De Robertis; quando reclama per sè e per tutti noi il diritto di fare
della letteratura, malgrado la guerra.”
Serra si arruolò senza esitazioni pur sapendo che la guerra non aveva nessun senso e non serviva a nulla attribuire a essa valori e /o ideali ; per lui, parteciparvi aveva significato allinearsi con gli altri , con l'umile gente della sua Romagna e vivere una vita più autentica come stimolo per una via alla fraternità con tutti gli uomini.
Gli Intellettuali e la grande guerra
di Ilvano Caliaro
Editore:Einaudi
scuola
Collana:I libri da
leggere
Data di
Pubblicazione:2001
Materia:Italiano
classici, narrativa
Non
è mia intenzione recensire il libro , ma desidero sottolineare che il volume , pubblicato nel 2001 da EINAUDI , merita l’interesse degli insegnanti, in mano ai quali diventerebbe pretesto per profonde riflessioni
inserite in uno scenario letterario di pregio.
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